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Nella guerra degli smartphone la Cina punta ad acquisire anche Nokia
20 Giu 2013 12:52

Dopo il tracollo degli utili e delle vendite, Nokia, un tempo fiore all’occhiello dell’hi-tech scandinavo e uno dei ‘Big’ europei dei telefonini, rischia di finire preda della cinese Huwaei. Il colosso del networking e delle telecomunicazioni nato dal nulla a Shenzen, nella provincia meridionale del Guangdong, vuole entrare nel grande gioco globale degli smartphone e togliersi di dosso l’etichetta di produttori di ‘feature phone‘, i telefonini di media qualità e a basso prezzo venduti attraverso gli operatori.

E Nokia, con il suo know-how nel design degli smartphone disponibile a prezzi da svendita (vale quasi un decimo di quanto valeva nel 2007), rappresenta una preda a cui i cinesi stanno pensando per mettersi a fare concorrenza sul serio ad Apple e Samsung. “Stiamo considerando questo genere di acquisizioni. Forse una combinazione avrebbe alcune sinergie, ma dipende dalla volontà di Nokia”, ha detto il presidente della divisione ‘consumer’ di Huawei, Richard Yu. Parlando a poche ore dal lancio in grande stime del nuovo smartphone supersottile di Huawei, l‘Ascend P6 a Londra, Yu ha aggiunto sibillino: “abbiamo la mente aperta“.

Dalla multinazionale giapponese emerge che non c’é nulla di concreto sul tavolo e che al momento “non ci sono progetti” per una simile operazione. Huawei, che non ha mai fatto acquisizioni in grande stile in passato, ma è comunque riuscita a diventare uno dei principali player – non solo sulle infrastrutture mobili – e a sfidare la leadership di Samsung e Apple, si muove con i piedi di piombo. 

L’economia globale è nella massima incertezza, l’Europa è stretta nella recessione e Nokia è chiaramente in difficoltà. La sua partnership con Microsoft, che fa il software per i suoi smartphone, non piace troppo ai cinesi: considerano “debole” la piattaforma digitale fornita dal colosso americano rispetto, ad esempio, ad Android di Google. E poi ci sono i costi: Windows Phone “ha una quota di mercato molto piccola”, sottolinea Yu, e in più “chiede ancora una licenza” mentre “Android è gratuito”.

Secondo gli analisti di Bank of America Merrill Lynch, il takeover avrebbe sinergie: consentirebbe di affiancare il solido portafoglio di brevetti di Nokia, la sua distribuzione nei mercati emergenti, il design degli hardware e le sue relazioni con gli operatori di telefonia a livello globale, con le dimensioni, la solidità di bilancio e la struttura low cost di Huawei. Ma non ci si nasconde che ci sarebbero ancora parecchi ostacoli da superare, e che le parole di Yu sono caute.

Sui mercati c’é scetticismo, ma qualcuno scommette su una possibile corsa alle acquisizioni: le azioni di Nokia oggi sono balzate di oltre il 4% (per poi chiudere a +3% a Helsinki).


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