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Bando 2800 tecnici al Sud: luci e ombre del concorso “flop”
15 Ago 2021 07:46

  • Pochi idonei, bassa affluenza alle prove e posti vacanti: cosa è andato storto  
  • Non tutto è da buttare: necessaria una migliore gestione delle procedure selettive
  • A breve la pubblicazione di un nuovo bando per coprire i posti scoperti

I numeri parlano chiaro, il maxi-concorso Coesione si è rivelato un vero e proprio “flop”, con solo 800 vincitori a fronte dei 2800 per tecnici posti messi a bando. Risultati molto deludenti per il primo concorso digitale con formula “fast track”, che avrebbe dovuto fare da apripista e segnare “il cambio di passo” nei concorsi pubblici.

La tanto attesa “rivoluzione” però non c’è stata e sono emerse tutte le criticità di un concorso frettoloso e scarsamente attrattivo per giovani e professionisti. L’affluenza è rimasta molto bassa, sia durante la prima tornata di prove (inferiore al 65% con picchi del 50% in alcune regioni), che nel secondo ciclo di selezioni.

Neanche la riapertura ad altri 70.000 candidati, in precedenza esclusi, è riuscita a garantire la copertura dei posti messi a bando, scatenando le proteste dei candidati ammessi alle prime selezioni, che si erano trovati a competere con una platea molto più ampia di partecipanti (il ripescaggio è poi stato giudicato legittimo dal TAR del Lazio).  

Vediamo nel dettaglio alcune delle ragioni che hanno decretato il fallimento di questo concorso.

La preselezione per titoli ed esperienze ha scoraggiato i giovani

La contestata preselezione per titoli ed esperienze ha indotto molti giovani titolati, ma senza esperienza, a non presentare la propria candidatura. Sono stati infatti pochissimi i candidati under 30.

Il decreto reclutamento, recentemente approvato dalla Camera, ha modificato la norma della Legge di Bilancio 2021 che aveva portato al Concorso per 2800 tecnici al Sud, introducendo la possibilità di valutare in alternativa al criterio del possesso delle “correlate professionalità”, quello del possesso “di adeguato titolo di studio coerente con i profili da selezionare”.

La modifica permetterà nel prossimo Concorso Sud di allargare la partecipazione anche ai più giovani, privi di esperienza professionale.

Contratti poco allettanti per professionisti ed esperti

La tipologia contrattuale proposta dal bando (contratto a tempo determinato per un massimo di tre anni con uno stipendio di 1450 euro al mese), strettamente legata alla gestione dei fondi di coesione e al PNRR, non ha destato l’interesse di figure ad elevata specializzazione.

Molti hanno deciso di non presentare domanda, potendo contare su stipendi più competitivi in aziende private, altri pur essendosi candidati hanno deciso di non partecipare alle selezioni e altri ancora, vincitori del concorso, pensano già di rinunciare all’incarico, avendo già un buon lavoro e non volendo spostarsi in un’altra città, per un contratto che non garantisce nessuna certezza e prospettiva di inserimento a lungo termine nella Pubblica Amministrazione.

Tempi stretti e gestione “maldestra” dell’iter concorsuale

Infine, i tempi molto stretti, la variazione di alcune sedi e l’invio delle convocazioni solo pochi giorni prima degli esami ha scoraggiato molti candidati dal presentarsi alle prove e non avrebbe consentito uno studio accurato delle materie d’esame.

La gestione lacunosa del concorso è testimoniata, anche, dalla presenza nei test di risposte non univoche, come è accaduto nella prova scritta del codice di concorso FT/COE (sessione delle ore 13.00 del 28 giugno) per cui è stato necessario procedere alla ricorrezione delle prove scritte a causa di tre quesiti mal formulati.

Cosa salvare di questa esperienza?

Non tutto è da buttare nel concorso per 2800 tecnici al sud. Se da un lato appare evidente la necessità di correggere il tiro nei prossimi concorsi pubblici, dall’altro emergono anche aspetti positivi, come l’introduzione di procedure telematiche, tempi effettivamente più brevi rispetto al passato e la possibilità di svolgere gli esami in sedi decentrate, novità importanti che se ben gestite in futuro aiuteranno a semplificare le procedure concorsuali della pubblica amministrazione.

A breve un nuovo bando per coprire i posti vacanti

Mentre i vincitori stanno proprio in questi giorni scegliendo le sedi di destinazione (al termine di questa fase il sistema genererà la lista dei candidati con l’assegnazione dell’Amministrazione per ciascun profilo), si comincia già a pensare al prossimo bando.

Il ministro Brunetta, dopo aver rivendicato il fatto di aver semplicemente attuato l’impianto voluto dal Ministro Provenzano e realizzato il concorso in termini digitali, impegnandosi a concluderlo in 100 giorni, ha così dichiarato: “Stiamo rilanciando il concorso, proprio per coprire tutti i posti disponibili, lo faremo nei prossimi giorni con i risultati tra settembre e ottobre.”


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