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Pnrr, “allarme rosso” sulle infrastrutture: mancano 100 mila lavoratori
01 Nov 2021 06:58

  • L’alert lanciato dall’Ad di WeBuild
  • A rischio le opere finanziate con i fondi dell’Unione Europea
  • Le opere targate Pnrr vanno completate entro il 2026

S’è acceso il segnale d’allarme rosso per i progetti infrastrutturali legati al Pnnr. Non si tratta di soldi. Corriamo il rischio di non portare a compimento i programmi di infrastrutturazione messi a bando ed in buona parte già appaltati per un motivo paradossale. Il quid l’ha spiegato Pietro Salini, Ad di Webuild, una della company maggiormente impegnate in questo programma di ricostruzione del Paese. A conti fatti mancano quasi 100 mila figure professionale per tenere fede ai programmi già in essere. Una follia, se pensiamo ai dati di disoccupazione del Mezzogiorno.

Mancano 100 mila lavoratori

I progetti a rischio? Stiamo parlando di autostrade, reti ferroviarie e infrastrutture in generale. L’allarme era stato lanciato dal settore dell’edilizia già qualche mese fa. Adesso è Webuild a ribadire l’alert: in Italia mancano le figure professionali per realizzare le grandi opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Secondo un’indagine della multinazionale risultano scoperti oltre 100 mila posti nel settore delle grandi infrastrutture. Andando nel dettaglio siamo scoperti rispetto a 3 mila figure di staff specializzato, 23 mila operai specializzati e più di 70 mila operai generici. E’ la linfa vitale per accelerare  i programmi di costruzione già in itinere e permettere la realizzazione delle grandi opere previste dal Pnrr. Senza dimenticare che l’utilizzo di quelle somme concesse dalla Ue all’Italia è vincolato a una prescrizione: tutte le opere finanziate da Bruxelles alla voce Recovery Fund vanno concluse entro il 2026.

Secondo la ricerca condotta dalla company, nata dal rebranding della storica Salini-Impregilo, mancano ingegneri, project manager, contabili, esperti in gestione delle risorse umane, responsabili della gestione di cantieri, autotrasportatori, operatori addetti alle Tbm (le tunnel boring machine o talpe meccaniche). E poi: minatori, carpentieri, saldatori, addetti agli impianti elettrici e meccanici.

Formazione al lavoro per l’esercito di disoccupati del Sud?

C’è una soluzione? Si potrebbe puntare su formazione, reskilling e upskilling di giovani disoccupati e inoccupati. Non solo. Sarà necessario mettere in pista anche percorsi di formazione dedicati al settore delle costruzioni negli istituti professionali e nelle università, anche attraverso specifiche partnership con le imprese.  

Per capire quale sia la posta in gioco, basti ricordare che tra le opere affidate a Webuild nel Mezzogiorno ci sono interventi strategici come la nuova Statale 106 Jonica,  alcuni tratti della linea ferroviaria di alta velocità che collegherà Napoli e Bari, e la tratta Bicocca-Catenanuova, asset della linea ferroviaria che dovrà collegare Catania a Palermo.


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