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Fondo Sviluppo e Coesione, Carfagna: “Nessun cantiere sarà fermato”
23 Mag 2022 10:22

Audizione del ministro Mara Carfagna in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. “Per l’entità delle risorse previste, il carattere pluriennale del FSC e la sua importanza strategica – ha voluto precisare invece il ministro Carfagna – ritengo cruciale il coinvolgimento del Parlamento nella costruzione concreta della programmazione dei fondi che ci apprestiamo a fare”.

L’obiettivo è approvare i piani entro fine estate

Il ministro ha quindi ricordato il percorso svolto finora e ha confermato che “il nostro obiettivo è giungere all’approvazione dei Piani di Sviluppo e Coesione entro la fine dell’estate”. Un target che la stessa Carfagna ha definito “sfidante”, che dovrà essere preceduto dal riparto delle risorse tra le aree tematiche e da “un’assunzione di responsabilità comune da parte di tutte le amministrazioni titolari dei futuri interventi”. Per questo, il ministro ha preannunciato che promuoverà incontri bilaterali con tali amministrazioni, alle quali chiederà “criteri di rapidità e certezza nei tempi degli interventi”.

Risorse per 55,9 miliardi di euro

Le risorse rimaste a disposizione del FSC per la programmazione 2021-2027 sono pari a 55,9 miliardi di euro, dopo che alcune anticipazioni sono già state destinate ad altri interventi, in gran parte collocati al Sud.

“L’obiettivo che stiamo provando a raggiungere – ha spiegato il ministro Carfagna nel corso dell’audizione – è fare sempre più del FSC uno strumento ordinario che, in prospettiva, adotti il ‘metodo PNRR’ come modalità permanente di programmazione e attuazione degli interventi. I miei uffici sono al lavoro per costruire un nuovo schema normativo che mutui per il FSC le buone pratiche dei Fondi strutturali e del PNRR: per ogni PSC saranno monitorati gli stati di avanzamento finanziari, i cronoprogrammi delle opere e degli interventi e i termini finali per la cantierabilità”.

Superare i problemi della precedente programmazione

Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale ha spiegato che l’intento è quello di “superare strutturalmente i problemi che ancora attraversano la coda della programmazione 2014-2020, che sperimenta un altissimo rischio di mancata attuazione e dunque di disimpegno per non meno di 12,8 miliardi di euro“.

Finanziamento del fondo “caro prezzi”

A proposito di tali risorse, il ministro Carfagna ha spiegato di aver dato disponibilità al governo a utilizzare 6 miliardi di euro “per il finanziamento del fondo ‘caro prezzi'”, previsto dal recente decreto-legge n. 50/2022. Ma ha precisato: “Non un cantiere viene fermato, non un intervento viene definanziato, perché laddove le risorse residue del FSC 2014-2020 non dovessero essere sufficienti, si utilizzano le risorse del ciclo 2021-2027. Qualora queste venissero intaccate, saranno poi reintegrate in Legge di Bilancio”. Si tratta quindi solo di “un ‘prestito’ temporaneo”.

Inoltre, la norma inserita nel suddetto decreto-legge prova ad aiutare le amministrazioni titolari di progetti a rischio definanziamento, che potrebbero non rispettare le obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il termine del 31 dicembre 2022, previsto finora dalla legge. Infatti, gli interventi infrastrutturali di valore superiore a 25 milioni di euro potranno raggiungere le obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 30 giugno 2023 (sei mesi dopo la data fin qui prevista, che rimane valida per le opere di importo minore). Inoltre, per quelli di valore superiore ai 200 milioni di euro, i termini si intendo rispettatati alla stipula di contratti dall’ammontare complessivo superiore al 20% del costo dell’intero intervento. Infine, vengono fatti salvi dal rischio definanziamento gli interventi infrastrutturali soggetti a commissariamento governativo o inseriti nell’ambito dei Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS).


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