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L’inferno dei pendolari è la Circumvesuviana
13 Dic 2014 06:05

Carenze di servizi ma parallelo aumento delle tariffe, con Stato e regioni che non ne vogliono sapere di investire e cambiare rotta. Questo il quadro disegnato da Legambiente nel viaggio, definito ‘infernale’, sui treni dei pendolari che si trovano alle prese con una riduzione delle carrozze e con quelle che rimangono che sono datate e spesso sovraffollate, problemi di orario sempre in ritardo, e soppressione delle tratte.

Nella mappa delle 10 peggiori linee per chi viaggia ogni giorno, si va da dalla Roma-Ciampino-Castelli romani alla Circumflegrea, dalla Bergamo-Milano alla Portogruaro-Venezia.

L’associazione, che oggi lancia la campagna ‘Pendolaria’ 2014, fa presente che “dal 2010 a oggi in Italia ci sono stati complessivamente tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale”. Inoltre è stato tagliato il numero dei treni e a questo si è accompagnato “in quasi tutte le Regioni italiane un aumento delle tariffe”.

E per esempio, secondo alcune anticipazioni del prossimo rapporto Pendolaria (che sarà presentato il prossimo 18 dicembre), “rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le regioni in larga parte dei casi non hanno investito; tra il 2011 e il 2014 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 21% in Abruzzo e al 19% in Campania e Sicilia. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi è stato in Piemonte con più 47%; è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento”.

Per Legambiente “i pendolari italiani sono ormai costretti a fare viaggi infernali per arrivare a destinazione: è stato fatto troppo poco in questi anni tanto che una situazione critica è diventata insopportabile”. “Altro che Sblocca Italia, Governo e regioni s’impegnino per migliorare il trasporto pubblico su ferro”.

“Autentici drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio – dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – di fronte a questa vera e propria emergenza nazionale, occorre un cambio di rotta della politica”.

Tra le altre linee “peggiori” d’Italia ci sono infatti “la Siracusa-Ragusa-Gela, la Portogruaro-Venezia, la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza e la Campobasso-Isernia-Roma; a queste si aggiungono le linee cancellate, quelle in Piemonte con 14 linee tagliate negli ultimi tre anni o il collegamento Cremona-Piacenza”.


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