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Mafia SpA punta agli appalti pubblici ed a infiltrarsi nell’economia sana
23 Set 2021 10:13

  • La relazione del secondo semestre 2020 della DIA
  • Per gli analisti, le cosche mafiose stanno attraversando una metamorfosi
  • Creato l’Organismo permanente di monitoraggio contro le infiltrazioni

Ecco la metamorfosi evolutiva della mafia: meno violenza, infiltrazione nell’economia (anche la Covid economy) e maggiore attenzione agli appalti pubblici per infiltrarsi nel tessuto imprenditoriale del Paese. Sono questi i dati di maggior rilievo contenuti nella seconda relazione per il 2000 della DIA, la Direzione investigativa Antimafia, consegnata nelle scorse ore al Parlamento.

La mafia cambia pelle per sfruttare la Covid Economy

I boss mafiosi hanno deciso di cambiar pelle, sono pronti alla metamorfosi, a diventare invisibili e nascondersi nei ranghi dell’economia lecita, facendo leva sul perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid 2019, che  ha accentuato le conseguenze negative sul sistema sociale ed economico italiano originate dalle severe misure rese necessarie per contenere l’espandersi del contagio.

Non è un caso, quindi, che  uno dei bersagli principali della nuova strategia espansiva delle mafie sia rappresentato – a detta degli analisti della Dia – proprio da quei settori che hanno subito le maggiori limitazioni, come quello commerciale, turistico-ricreativo e della ristorazione.

“Della difficoltà finanziarie delle imprese potrebbero approfittare le organizzazioni malavitose”, scrivono gli investigatori, con l’obiettivo, dunque, di “concentrarsi progressivamente sulla silente infiltrazione del sistema imprenditoriale”. Un fiume di denaro di origine mafiosa potrebbe essere utilizzato “per aiutare privati e aziende in difficoltà al fine di rilevare o asservire le imprese in crisi finanziaria”.

Riciclaggio e infiltrazione negli appalti pubblici

Per le cosche mafiose, questa nuova frontiera aprirebbe praterie criminali per riciclare patrimoni illeciti e per infiltrare il mondo degli appalti pubblici. A margine della relazione semestrale, inoltre, viene ribadito l’allarme lanciato a febbraio dello scorso anno dal Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho: “La modernizzazione delle mafie si completa nel reinvestire capitali in soggetti economici deboli; in quei soggetti che non trovano più un accesso al credito bancario per la crisi. Le mafie non hanno bisogno di firmare atti, non hanno bisogno di documenti; al contrario occultano comportamenti illeciti con lo schermo di soggetti solo apparentemente sani, entrano così nel mercato dell’economia legale. Questo è veramente preoccupante. A tutto questo si risponde con le segnalazioni dal territorio, dalle stesse associazioni di categoria, con la segnalazione delle transazioni sospette  imprenditoriale nel medio-lungo periodo, delle organizzazioni mafiose che non conoscono confini di settore e geografici”. Sempre per Cafiero De Raho, “la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, la mafia foggiana… nascono su specifici territori per poi proiettarsi altrove… Questo è il segno della loro forza, costituire proprie cellule che sono cosche, ‘ndrine, clan in altre regioni d’Italia. A questo segue la proiezione delle strutture economiche che operano su tutto il territorio nazionale per reinvestire e occultare i capitali accumulati. Quindi da una parte il controllo del territorio di provenienza anche attraverso l’uso della forza, e dall’altra parte il controllo dell’economia nei territori che vengono infiltrati”.

Il rischio i una rete criminale senza frontiere

Per il procuratore nazionale Antimafia, infine, rischiamo di assistere a un salto di qualità: “… il salto di qualità è quando si superano i confini nazionali, quando la proiezione è di livello europeo e oltre oceano… ecco che diventa chiara la proiezione globale delle mafie. Una rete criminale che non ha confini o frontiere”.

Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia

Questa volta lo Stato non è impreparato. Ad aprile dell’anno scorso è stato istituito l’Organismo permanente di monitoraggio ed analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, guidato dal Direttore Centrale della Polizia Criminale, il Prefetto Vittorio Rizzi. Sino ad oggi i report elaborati dall’osservatorio hanno “delineato dei rischi potenziali, individuando i settori economici da sempre d’interesse delle mafie e le nuove aree connesse alle filiere produttive o ai servizi legati alla pandemia (cosiddetta Covid economy)”. Ma si tratta di rischi potenziali che non si sono ancora tradotti in evidenze giudiziarie significative. L’obiettivo è intercettare sul nascere le nuove minacce per un’efficace azione di prevenzione.


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