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Nessuno tocchi il #CorpoForestale. Difendono il Paese
02 Lug 2015 08:49

Chi conosce la storia della Forestale e la realtà della nostra pubblica amministrazione non ha ombra di dubbio: questo cervellotico “accorpamento” non s’ha da fare. Non porterebbe vantaggi o risparmi di sorta, ma soltanto ritardi, confusioni e inefficienze. E a soffrirne danni irreparabili sarebbero proprio la natura e l’ambiente. Ma forse di questo, ai supremi reggitori della cosa pubblica, importa assai poco…

Colpisce invece, come una sferzata in volto, il fatto che una pretesa riforma, o semplificazione burocratica, venga condotta senza la minima percezione dei fondamentali fattori eco-sociologici e psicologici che possono assicurare il successo o il fallimento di qualsiasi operazione del genere. In questo caso è infatti evidente che, anziché puntare all’innovazione, si precipita nel regresso: immaginate la gioia di chi abbia combattuto per anni sul “fronte della natura”, spesso con grave rischio personale e scarsi riconoscimenti, e di colpo si veda privato dell’identità, assista alla disgregazione della memoria storica e percepisca l’eco dei brindisi trionfanti di eco-mafiosi e bracconieri.

Spesso c’è da chiedersi se certi disastri che affliggono il nostro Paese siano frutto di incompetenza, oppure di secondi fini reconditi di coloro che decidono. Ma di certo neppure chi resta a osservare inerte questa povera Italia, sempre più sospinta nel baratro, appare del tutto innocente. A quale scuola di “organizzazione e metodo” si saranno mai formati gli ideatori delle geniali strategie di “accorpamento”? Quali bizantineggianti “analisi di costi-benefici” li avranno ispirati? Rivelatrice la replica di uno dei protagonisti: metteremo i Forestali insieme alle altre forze di polizia, fino a “esaurimento” (forse questa parola si riferisce alla fine della lotta contro gli eco-reati). Comodo far credere che la colpa di tutto sia dell’Europa, la quale in realtà chiedeva di accorpare non le polizie, ma i loro numeri di telefono, creando il “numero unico di emergenza 112”, come previsto all’art.26 della Direttiva 2002/22/CE.

Per approfondire la questione, sono sufficienti alcuni sintetici chiarimenti:
1.- Anzitutto le vere Guardie Forestali Statali sono circa 7.500, con 1.300 Operai ausiliari nelle Riserve Naturali;
2.- Per un immediato raffronto, i Carabinieri sono 105.000, i Poliziotti 95.000, i Finanzieri 60.000 e gli Agenti Penitenziari 38.000;
3.- Il Corpo Forestale costa ogni anno circa € 30milioni (a parte gli stipendi, che comunque dovrebbero essere corrisposti anche in caso di trasferimento);
4.- Il Corpo Forestale porta alle casse dello Stato, con sanzioni per eco-reati, circa € 28milioni l’anno (sarebbe assai di più se l’Organico, previsto in 9.630 Guardie, venisse completato);
5.- A tale consistente introito va aggiunto l’effetto preventivo e deterrente, di valore ancor maggiore, che la continua capillare sorveglianza ambientale sul territorio garantisce;
6.- Qualsiasi tipo di trasferimento determinerebbe oneri ingenti per l’adeguamento di uniformi, attrezzature, veicoli e altro, probabilmente non meno di € 30milioni;
7.- L’accorpamento non comprenderebbe le Guardie Forestali di Regioni e Provincie a Statuto speciale né le Guardie Provinciali (circa 2.800, a rischio trasferimento a Questure o Comuni);
8.- Ovviamente l’accorpamento non riguarderebbe neppure i cosiddetti Operai Forestali del Mezzogiorno (circa 28.000 in Sicilia e 10.000 in Calabria), spesso costosi e male utilizzati;
9.- La soluzione migliore sarebbe invece potenziare la Forestale, per tutelare efficacemente, con Settori specializzati, la Biodiversità, le Riserve Naturali, i Parchi Nazionali e gli Ecosistemi.
10.- Una proposta ragionevole sarebbe formare un Corpo Nazionale di Tutela Ambientale che, assorbendo gli altri Nuclei Forestali Regionali e Provinciali, conterebbe circa 15.000 unità.

In conclusione: dal Corpo Forestale tutti attendono forti azioni di contrasto ai crimini ambientali, alle ecomafie, al bracconaggio, agli incendi, ai disboscamenti, ai rifiuti, alle frodi agro-alimentari e agli abusi di ogni genere… E allora? La logica italiota è impareggiabile, perché quando c’è da tagliare spese tutti sono d’accordo, è una gara fino all’ultima briciola. Poi però, quando s’invoca il soccorso, si impreca se l’apparato di sicurezza non funziona a meraviglia.

E forse qualche volta ci si accorgerà che le Guardie dei Parchi e le Guardie Forestali debbono combattere, con mezzi limitati e obsoleti, un bracconaggio protervo che viaggia su potenti fuoristrada, dispone di binocoli a visione notturna e usa armi di alta precisione… Proprio come avveniva a noi, anni fa, nelle Aree contigue al Parco d’Abruzzo (ma nonostante tutto, di quei fucili costosi ne sequestravamo a decine). E forse proprio per questo, e per gli abbattimenti di villini abusivi (evento poi mai più ripetuto) non eravamo troppo amati da certi “padrini” politici.

Uno dei luoghi comuni più stucchevoli è che le Guardie Forestali siano troppe: ma in realtà in tutta Italia sono meno dei Vigili urbani di Roma. L’altro è che il nostro Paese, benché sia riconosciuto cronico trasgressore di tutte le normative urbanistiche, ecologiche e ambientali, esageri nella quantità degli agenti di polizia. Ma invece è proprio il contrario, perché mettendo insieme i 5 corpi di polizia nazionali si contano in totale circa 300.000 unità, di cui il Corpo Forestale rappresenta appena il 2,5%. Escludendo quindi Finanza e Penitenziaria, e considerando solo le forze che controllano il territorio, il rapporto di operatori di polizia ogni 100.000 abitanti per l’Italia è di 341, mentre in Francia è 385 e in Spagna è 469.

Accorpamento? E’ giunto il momento di rigettare ogni goffo tentativo di “accoppamento” della Forestale. Sostenendola con decisione, evitandone il declino, la perdita di identità e la fine dello “spirito di appartenenza”. Almeno se crediamo davvero che la difesa della natura e dell’ambiente non consista solo in una semplice declamazione.


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