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Più garanzie bancarie nell’anno della pandemia, richieste accolte decuplicate
14 Apr 2021 17:53

  • Sono 1 milione 860 mila le richieste al Fondo di Garanzie di Mediocredito centrale in un anno
  • Immesse risorse he non andranno a impattare nell’immediato sul rapporto debito pubblico/PIL
  • L’analisi nel Report di Mediocredito centrale e Svimez

Decuplicate tra marzo 2020 e aprile 2021 richieste di garanzia da parte delle imprese accolte da Mediocredito Centrale, rispetto a quanto accaduto nel 2019. In totale sono state accolte circa un milione e 860 mila richieste.

È quanto emerge dal “Report Fondo di garanzia per le Pmi. Il sostegno alla liquidità delle imprese nell’emergenza Covid-19” realizzato da Mediocredito Centrale e Svimez.

Gli strumenti di sostegno alle imprese

“La pandemia – si legge nel report – ha determinato un inusuale calo dell’attività produttiva. Per offrire sostegno al mondo produttivo nel corso del 2020 sono stati predisposti i decreti-legge – “cura Italia”, “liquidità”, “rilancio” – che hanno previsto, tra gli altri, interventi particolarmente importanti volti a immettere, con modalità differenti, liquidità nel sistema economico. I tre provvedimenti, in sintesi, potenziano l’intervento del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese sui finanziamenti richiesti dalle imprese al sistema creditizio; fortemente semplificate risultano anche le pratiche da espletare; i soggetti beneficiari sono progressivamente aumentati. Tali misure hanno riscosso un notevole successo”.

La politica delle garanzie bancarie

Secondo il report nel sistema nel corso del 2020 sono state immesse risorse, attraverso il sistema delle garanzie, che non andranno a impattare nell’immediato sul rapporto debito pubblico/PIL. L’impatto sul debito pubblico delle garanzie su crediti concesse dal Fondo è, infatti, determinato dal rischio di escussione. Ma l’aver puntato su questa politica economica ha avuto l’effetto di “non aver interrotto l’afflusso di credito al mondo delle imprese, a differenza di quanto avvenuto in altre fasi cicliche recenti. Nei primi due trimestri del 2020, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, gli impieghi all’economia reale sono aumentati in misura ragguardevole; maggiormente al Centro-Nord, ma anche il Sud ne ha beneficiato. In particolare, appare netta la differenza con il precedente ciclo negativo, tra il 2012 e il 2013, caratterizzato da una marcata caduta negli impieghi”.

Secondo lo studio “la maggiore disponibilità di credito si è riflessa su due elementi tra loro interrelati. Con riferimento al tasso di deterioramento dei crediti delle società non finanziarie, l’indicatore usato dalla Banca d’Italia per monitorare i prestiti problematici nel sistema produttivo, non sono emerse, nella prima parte del 2020, particolari tensioni. Inoltre, sempre nei primi sei mesi del 2020, non si segnalano modifiche sostanziali anche per quanto attiene lo stock di imprese attive”.

Gli effetti della pandemia

La pandemia è intervenuta dopo un quadriennio (2015-2019) in cui la ripresa è stata di entità modesta e con un profilo temporale calante. Questa fase ciclica positiva non ha avuto la forza, specie nel Sud, di recuperare l’ampia perdita di base produttiva che vi è stata durante la “lunga crisi” (2008- 2014) caratterizzata da un intenso processo di selezione. Un’ulteriore contrazione, nell’immediato futuro, nel numero e nella qualità delle imprese presenti nei vari territori non potrebbe che rendere più manifesta la frammentazione dei percorsi di sviluppo regionali emersa alla fine della “lunga crisi”, non solo nel Sud ma anche nella circoscrizione del Centro.


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