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Recovery Plan, ecco le 6 missioni e le riforme per cambiare l’Italia
23 Apr 2021 21:19

  • Investimenti, digitalizzazioni, ambiente e coesione sociale sono i pilastri del Recovery Plan
  • Sei missioni con 16 componenti accompagnate da un pacchetto di riforme
  • Le principali riforme riguardano giustizia e pubblica amministrazione

Il 24% delle risorse destinate a investimenti per la digitalizzazione, il 38% per il contrasto al cambiamento climatici e il 10% investimenti per la coesione sociale. Così verranno suddivisi i fondi Recovery Plan secondo lo scherma che il Ministero dell’Economia presenterà domani in Consiglio dei ministri. In totale 221,5 miliardi di cui 191,5 provenienti dal Recovery Fund e 30 miliardi dal fondo complementare.

Gli investimenti del Recovery Plan sono raggruppati in 16 componenti a loro volta organizzate in 6 missioni accompagnate da un ambizioso e coerente pacchetto di riforme.

Le sei missioni sono:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  • Istruzione e ricerca
  • Inclusione e coesione
  • Salute

Riforme e investimenti affrontano in modo orizzontale e strutturato tre problemi di fondo: disuguaglianza di genere, inclusione giovanile e divari territoriali. Il Fondo complementare userà le stesse procedure del Pnrr e le opere finanziate saranno soggette a un attento monitoraggio al pari del Pnrr. Unica differenza: nessun obbligo di rendicontazione a Bruxelles e possibilità di scadenze più lunghe rispetto al 2026 in alcuni casi.

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Promuovere e sostenere la trasformazione digitale del Paese e l’innovazione del sistema produttivo.

Azioni principali:

  • Digitalizzazione della pubblica amministrazione
  • Incentivi per la transizione digitale e l’adozione di tecnologie innovative e l’adozione di tecnologie innovative nel settore privato
  • Banda ultralarga e connessioni veloci in tutto il paese
  • Sostegno alle filiere, all’internazionalizzazione e investimenti in tecnologie satellitari
  • Rilancio del turismo e dei settori della cultura tramite un approccio digitale e sostenibile (garantendo migliore accesso e sfruttamento dei siti culturali e turistici)

Risorse stanziate 42,5 miliardi (22%)

Rivoluzione verde e transizione ecologica

Obiettivo complessivo: migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico assicurando una transizione equa e inclusive

Azioni principali:

  • Investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti.
  • Fonti di energia rinnovabile (semplificazione delle procedure di autorizzazione per le rinnovabili, promozione dell’agrivoltaico e del biometano)
  • Potenziamento della capacità delle reti elettriche, della loro affidabilità, Risorse sicurezza e flessibilità (Smart Grid) stanziate.
  • Incentivi per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici
  • Investimenti per affrontare e ridurre i rischi del dissesto idrogeologico
  • Investimenti nelle infrastrutture idriche
  • Idrogeno (sostegno alla produzione e uso locali nell’industria e nel trasporto, creazioni di stazioni di ricarica, ricerca di frontiera)

Risorse stanziate 57 miliardi (30%)

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Obiettivo complessivo: sviluppo razionale di una infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese.

Azioni principali:

  • Trasporti ferroviari ad altà velocità e alta velocità di rete. t Introduzione dello European Rail Transport Management System (ERTMS)
  • Modernizzazione e potenziamento delle linee ferroviarie regionali • Creazione dello sportello unico doganale e digitalizzazione della catena logistica

Risorse stanziate: 25,3 mld (13%)

Istruzione e ricerca

Obiettivo complessivo: rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e STEM, la ricerca e il trasferimento tecnologico.

Principali azioni:

  • Asili nido, materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia
  • Scuola 4.0: scuole moderne, cablate e orientate all’innovazione grazie anche ad aule didattiche di nuova concezione
  • Formazione degli insegnanti e rafforzamento dell’istruzione nelle discipline STEM
  • Risanamento strutturale degli edifici scolastici
  • Sviluppo e rafforzamento dell’istruzione professionalizzante.
  • Riforma di orientamento, programmi di dottorato e corsi di laurea
  • Rafforzamento della filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico
  • Partecipazione alle grandi iniziative Europee IPCEI

Risorse stanziate: 31,9 mld (17%)

Inclusione e coesione

Obiettivo complessivo: facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, amche attraverso la formazione e rafforzare le politiche attive del lavoro; favorire l’inclusione sociale.

Principali azioni:

  • Politiche attive del lavoro
  • Sviluppo centri per l’impiego
  • Imprenditorialità femminile
  • Rafforzamento dei servizi sociali e interventi per le vulnerabilità
  • Rigenerazione urbana per le comuni sopra i 15mila abitanti e piani urbani integrati per le periferie delle città metropolitane (possibile co-progettazione con il terzo settore)
  • Investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (sviluppo dei collegamenti)

Risorse stanziate: 19,1 miliardi (10% )

Salute

Obiettivo complessivo: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.

Principali azioni:

  • Assistenza di prossimità diffusa sul territorio e cure primarie e intermedie (Case di comunità e ospedali di comunità)
  • Casa come primo luogo di cura (assistenza domiciliare) e telemedicina
  • Aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzature per diagnosi e cura e delle infrastrutture
  • Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati (inclusa la diffusione ed effettivo utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico)
  • Programmi di formazione per il personale medico e amministrativo
  • Ricerca Biomedica

Risorse stanziate: 15,6 miliardi (8%)

Riforme strutturali: l’amministrazione pubblica

Le riforme saranno per l’accesso (concorso e assunzioni), Buona amministrazione (semplificazioni), competenze (carriera e formazione).

Gli investimenti previsti sono:

Piattaforma unica reclutamento HR Management Toolkit, Task force semplificazione, digitalizzazione e monitoraggio, Corsi di formazione e Comunità di pratiche, voucher formativi. Per le grandi amministrazione riforma degli organismi indipendenti di valutazione e performance di risultato, per le media rafforzamento della capacità amministrativa e per le piccole single digital access point.

Riforme strutturali: giustizia

Bassa efficienza della Giustizia

– Eccessiva durata dei processi

– Forte peso degli arretrati giudiziari

La riforma opera principalmente attraverso 2 leve

Digitalizzazione e riorganizzazione (assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di arretrati e casi pendenti, nonchè per la completa digitalizzazione degli archivi; rafforzamento dell’Ufficio del Processo) e revisione del quadro normativo e procedurale (aumento del ricorso a procedure di mediazione “alternative dispute resolution procedures”. Interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo)

Recovery Plan: le altre riforme

Riforme abilitanti

Orizzontali rispetto alle 6 missioni e destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti. Esempi: semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni, interventi sul codice degli appalti

Riforme settoriali specifiche

Indirizzate a specifici settori o azioni previste nelle 16 componenti. Sono finalizzate ad aumentare l’efficienza e rafforzare la gestione degli interventi previsti nel piano. Esempi: Nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul «contratto di programma» per le Ferrovie.

L’eredità alle generazioni future

L’eredità lasciata alle generazioni future dal Recovery Plan sarà una crescita economica più robusta, sostenibile e inclusiva (si prevede un Pil più alto del 3% rispetto allo scenario senza Pnrr nel 2026). Una burocrazia più efficiente, rapida e digitalizzata. Infrastrutture di trasporto più moderne, resilienti e diffuse sul territorio. Un Paese più coeso socialmente e territorialmente e senza discriminazioni di genere e generazionali. Una mercato del lavoro più aperto e dinamico. Una Sanità pubblica più moderna, resiliente e vicina alle persone.


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