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Recovery plan, l’accusa di Pino Aprile”: “Al Sud 60 miliardi in meno”
09 Mag 2021 16:56

  • Secondo il meridionalista e giornalista Pino Aprile al Sud sarebbero spettati 140 miliardi
  • Invece sono stati asegnati 82 miliardi del Recovery Fund
  • “Il guaio è che il primo problema del Sud è non essere cosciente di sé, rispettarsi”, dice Aprile

Al Sud sarebbe dovuto arrivare circa il 70% dei fondi del Recovery Plan, cioè più o meno 140 miliardi, mentre ne arriveranno 82 miliardi, pari al 40%. Ad affermarlo è il giornalista e meridionalista Pino Aprile in un editoriale su LaCNews24.it, di cui è diventato direttore alcuni giorni fa.

Del Recovery Fund “l’Unione Europea ha destinato all’Italia un quarto, 209 miliardi, dell’intera somma 809 (le cifre sono nel frattempo un po’ cambiate, ma la sostanza resta la stessa). L’enormità della cifra è dovuta al fatto che l’Europa vuole il ripianamento dei divari di reddito e tassi di disoccupazione fra Nord e Sud del Paese, i più alti del continente. Il che frena la ripresa europea. Senza questi divari e questi criteri europei, al nostro Paese sarebbe spettata sì e no la metà di quell’ammontare”.

La ripartizione del Recovery Fund in Italia

Ma nella ripartizione dei fondi però nasce il problema delle risorse che sono state realmente destinate al Sud: “Applicando i criteri di ripartizione europei (cui sia Senato che Camera dei deputati avevano vincolato il governo in due votazioni a maggioranza), gli esperti della Commissione Economia del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale (di cui fui fra i fondatori), calcolarono che al Sud devono andare 140 di quei 209 miliardi: il 70 per cento. L’europarlamentare europeo Piernicola Pedicini rifece i conti e ottenne una cifra analoga, inferiore di qualche miliardo; il delegato delle Regioni del Sud nella cabina di regia della Conferenza Stato-Regioni, Fulvio Bonavitacola, vice presidente della Campania, sostenuto da tutti i presidenti meridionali, ricalcolò il tutto, arrivando al 66 per cento del totale (sempre lì stiamo…), mentre i conteggi del gruppo di studio incaricato dal sindaco di Messina, Cateno De Luca, portano la percentuale più in alto, al 75 per cento. Quindi, stiamo fra 66 e 75 per cento del totale, ovvero un po’ meno e un po’ più di 140 miliardi”. Ma al Sud in realtà sono stati assegnati 82 miliardi, pari al 40% “E a questo totale – scrive Aprile – si arriva anticipando soldi che erano già destinati al Sud, in altri cespiti (un anticipo che ci verrà restituito, se… Ecco, appena vedete un se, possiamo essere certi, per solida esperienza, che non li vedremo più). Quindi, non più o meno 140, ma 82 al massimo”.

Perché questa differenza? “Ma è chiaro: i terroni quei soldi li sprecherebbero o ruberebbero- scrive sarcastico Aprile – È vero o no che i meridionali sono ladri e impediti?”.

“Il Sud non è cosciente di sé”

La conclusione di Pino Aprile è amara: “Altro che ‘incapacità genetica’! Il guaio è che il primo problema del Sud è non essere cosciente di sé, rispettarsi. Segnali importanti che questo stia cambiando ci sono, ma non basta: troppi al Sud assecondano la marginalizzazione del Mezzogiorno. Recentemente è stato eletto il nuovo presidente della Conferenza Stato-Regioni, organismo così pesante politicamente, ormai, da essere considerato ‘la terza Camera’. A un presidente del Nord, come accade da tempo immemorabile, è succeduto un altro presidente del Nord (dal piddino emiliano Stefano Bonaccini al leghista friulano Massimiliano Fedriga). Al Sud, più che la vicepresidenza, andata al presidente della Puglia, Michele Emiliano, non si dà (conoscete il gioco ‘padrone e sotto’?). Ma la Puglia, dopo 25 anni, perde la guida del coordinamento nazionale dell’Agricoltura, che passa al Veneto. Quindi, tutto il settore, ora è nelle mani del Nord (anche ministro e sottosegretari). Sospetto che qualcuno sarà ‘felicissimo’, scoprendo la nostra ‘incapacità genetica’ di zappare la terra. Cosa che farebbe tanto bene pure a chi è felice”


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