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Troppi anziani alla guida delle imprese in Italia. Mentre due milioni di giovani potenziali imprenditori restano al palo
19 Ago 2013 07:51

L’età avanza e diventa sempre più difficile portare avanti l’impresa giorno dopo giorno. Quasi un imprenditore su quattro (24,1%) nell’artigianato ha più di 55 anni, secondo una ricerca Ipsos per Cna, e in 500 mila affronteranno la successione nei prossimi 10 anni. Gli over 55 sono aumentati di 2,6 punti in un solo anno, tra il 2011 e il 2012.

E il passaggio generazionale delle aziende preoccupa: il 47% degli imprenditori senior non sa a chi lasciare la guida e solo l’8% pensa di vendere a causa dei costi proibitivi delle cessioni. Oggi, secondo l’associazione, se non ci sono parenti che vogliono prendere il timone, le tasse raggiungono 81 mila euro sulla vendita di un’attività da fornaio per 500 mila euro.

Un valore così elevato che finisce per scoraggiare l’operazione. Secondo l’Associazione Studio problemi credito sono comunque troppo alte anche le tasse per gli eredi: per questo servirebbero ‘superagevolazioni’ per i familiari, soprattutto se giovani e di sesso femminile. Perche’, attualmente, con l’aumentare dell’età dei piccoli imprenditori, dopo i 60, la preoccupazioni per il futuro dell’impresa diventano sempre più pressanti e quasi uno su quattro (il 24%) ha intenzione di chiudere quando smetterà di lavorare.

Eppure ci sono due milioni di potenziali imprenditori tra i ragazzi di 18-35 anni che potrebbero subentrare al comando. Secondo il sondaggio Ipsos, infatti, il 15% dei giovani vorrebbe fare impresa e il 93% di questi sarebbe interessato a rilevare un’attività già avviata ma è frenato dalla difficoltà ad ottenere il credito sufficiente (per il 75%), dal carico fiscale elevato (per il 54%) e dall’eccesso di burocrazia (per il 43%).

Secondo la Cna il problema del passaggio generazionale contribuisce così alla mortalità delle imprese artigiane, che rappresentano il 23,6% del sistema produttivo italiano. Nel 2012 sono state in 120 mila ad abbassare le saracinesche (l’8,4%) e, al netto delle nuove aperture, il numero complessivo delle attività si è contratto dell’1,4%. L’associazione propone una staffetta generazionale tra imprenditori senior e junior, una cessione programmata e accompagnata da agevolazioni fiscali e contributive.

Tra gli imprenditori con meno di 35 anni, a oggi, solo il 3% ha acquistato da altri l’azienda che dirige a fronte del 44% che l’ha ereditata e del 53% che l’ha fondata da sé. La scelta di mettersi in proprio è spesso frutto proprio della crisi e il 35% indica nella mancanza del lavoro il fattore determinante per la decisione. In ogni caso, i lavoratori autonomi appaiono più appagati degli altri, con il 70% degli imprenditori junior che si dicono soddisfatti delle proprie scelte a fronte del 60% dei dipendenti.


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