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Cardiologia, l’eccellenza di Benevento dove si rivoluziona la diagnostica
22 Set 2021 07:21

  • Grande successo internazionale per uno studio del Fatebenefratelli di Benevento
  • Il reparto di Cardiologia ha raffinato la tecnica dell’ecostress negli ultimi 15 anni
  • Il progetto è stato coordinato da Quirino Ciampi e ha coinvolto 55 centri internazionali

A volte è nei piccoli ospedali del Sud che si fa la storia. Così è stato per il Fatebenefratelli di Benevento, dove è stato ideato e perfezionato un processo diagnostico chiamato ecostress. Tanto importante da essere pubblicato dalla più prestigiosa rivista di cardiologia al mondo, European Heart Journal.

Il successo di Benevento, una questione di fiducia

Questa storia comincia con una scelta risalente a più di vent’anni fa. Bruno Villari viene scelto dalla direzione dell’ospedale beneventino come primario di cardiologia. Alle sue spalle la laurea alla Federico II di Napoli ed esperienze in tutto il mondo, da Zurigo agli USA. Ma sempre con un biglietto verso casa. “Altrove mi occupavo di altri settori della cardiologia rispetto a quelli di oggi – racconta Villari – ma fare ricerca in quei posti mi ha insegnato una cosa davvero importante: un metodo di lavoro”.

La chiama “aria di eccellenza”, ed è quell’atmosfera che si sente quando ci si trova in mezzo a menti illuminate. Quello stesso modus vivendi che bisognerebbe portare poi con sé ovunque si vada. Così anche a Benevento, dove hanno visto qualcosa in lui e gli hanno dato fiducia. Un sentimento che lui ha poi voluto condividere quando ha fatto la sua prima assunzione: il dottor Quirino Ciampi, diventato oggi il coordinatore di una ricerca rivoluzionaria.

Quirino Ciampi, il principale investigatore del progetto di ricerca
Quirino Ciampi, coordinatore del progetto di ricerca

Un mondo in una corsia da venti posti letto

Con l’ingresso in corsia di Ciampi è come se gli astri si fossero allineati su Benevento. “C’è tanta competenza nel nostro gruppo, ma abbiamo anche avuto fortuna”, sorride il primario. Così, dopo qualche anno, l’idea dell’ecostress farmacologico come modalità per studiare le funzionalità coronariche, e l’inizio delle sperimentazioni. Negli anni gli studi si sono ampliati, e dai risultati solo cinetici si è arrivati a sistemi di studio più approfonditi che valutano 5 fattori diversi delle funzionalità cardiache.

Si è così sviluppato un progetto internazionale di ricerca, e il team campano è stato affiancato dal CNR ed oltre 50 centri di tutto il mondo. Un interesse così coinvolgente perché l’ecostress permette di ottenere con strumentazioni presenti in tutti gli ospedali quanto fino ad oggi si analizzava con strumenti più invasivi, costosi e a rischio biologico come la scintigrafia. Tutto questo in una corsia con venti posti letto.

La ricerca al Sud: a volte una fortuna

Se, da un lato, il supporto delle strutture del Fatebenefratelli è stato di aiuto, un altro fattore decisivo è stato lo sviluppo di un progetto “in piccolo”. La dimensione più ridotta del centro beneventano è stata in realtà una fortuna, perché ha permesso lo sviluppo di un fattore umano invidiabile. “Io e il team di ricerca siamo cresciuti insieme – continua – oggi ci rispettiamo tutti e ho potuto mandare tanti giovani a formarsi all’estero per poi tornare”.

Il lavoro è stato più facile da gestire nel corso del tempo, questo è certo. Ma è soprattutto l’imprinting dato dalla creazione di un’organizzazione solida e ordinata – come quella che aveva trovato all’estero – che ha permesso a Villari di creare la “macchina beneventana”.

Come la ricerca arricchisce le strutture

C’è anche da dire che il grande successo della ricerca ha permesso alla struttura di crescere da diversi punti di vista. Ormai riferimento a livello internazionale nel suo ambito, molte aziende gli hanno dato le loro strumentazioni più all’avanguardia: “Così gli studiosi che vengono a studiare da noi vedono che abbiamo i loro prodotti”.

Con due corsi all’anno, inoltre, piccoli gruppi di specialisti vengono guidati nell’utilizzo delle tecniche qui sviluppate. Un progetto pienamente nell’ottica della condivisione del sapere, e che conferisce ulteriore prestigio all’ospedale campano.

Il covid non ferma la cardiologia a Benevento

2500 è il numero di pazienti che passano ogni anno dal reparto di cardiologia di Benevento. Un risultato impressionante considerando il numero esiguo di letti. “Il turnover è rapido perché il nostro sistema sta funzionando bene“, racconta ancora Villari.

Neanche col Covid ci siamo fermati. Basti pensare che nel 2020, anno clou della pandemia, il numero di pazienti di cardiologia è diminuito solo del 2%”. Secondo i dati del Giornale Italiano di Cardiologia, il numero di ricoveri per sindrome coronarica acuta in Italia è infatti diminuito del 40-50% nel corso del primo lockdown.

(In foto il professore Bruno Villari)


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