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Caro mister Zeman, lei è già un uomo del Sud
23 Ago 2014 09:16

Appare paradossale per un allenatore giovane come me aprire la rubrica conferitami soffermandosi a riflettere una volta tanto non su aspetti tattici e tecnici, che inevitabilmente coinvolgono ogni allenatore, osservando le performances delle principali squadre calcistiche del sud professionistiche e non, ma traendo spunto dalle dichiarazioni rese da un collega come Mister Zdneck Zeman al “Il Fatto quotidiano”, alcuni giorni addietro.

In quell’occasione il Boemo ha sottolineato a più riprese il suo malcontento e la sua delusione per non esser riuscito a regalare, attraverso il suo lavoro ed il suo modus operandi, a tutte le città e alle società calcistiche del Sud da lui rappresentate, le stesse gioie e soddisfazioni sportive donate a squadre come il Foggia, Il Palermo, il Licata .

Da sempre interessato agli aspetti tattici e di comunicazione che il Boemo ha mostrato in questi anni, per la prima volta mi sono ritrovato a riflettere sul contrasto che in quelle dichiarazioni appare evidente tra il carattere freddo e riflessivo che il Mister ha da sempre mostrato sul rettangolo di gioco e la vera natura del cuore dell’uomo Zdeneck Zeman. Per qualche strano motivo o forse semplicemente per pregiudizio, ho sempre pensato che Il Mister Zdeneck Zeman avesse tra le sue grandi qualità quella di essere coerente non solo nel suo modo di pensare e di concepire il fenomeno Calcio a 360 gradi ,ma anche nell’intimo rapporto esistente tra il suo modo di essere Mister e quello di essere uomo. Pensavo in sostanza che quella freddezza, imperturbabilità e ragionevolezza fossero espressione dello Zeman mister quanto dell’uomo: basta osservare ad esempio l’imperturbabilità con cui accoglie solitamente la realizzazione di un gol a favore o contro.

Da quelle dichiarazioni invece traspare un piccolo accenno alle delusioni e alle amarezze patite, somatizzate e mai mostrate dal Boemo in primis come tecnico ma soprattutto come uomo. Parlava in sostanza di come ci si può sentire soli in mezzo a tanta gente se non ci si uniforma al modo di agire e di pensare della maggioranza delle persone che costituiscono una realtà sociale (in questo caso il sistema calcio) e di come però si può trovare la forza di continuare a credere nelle proprie idee e nei propri valori dinanzi a soprusi o torti. Questo, semplicemente grazie all’affetto che la gente ti trasmette, apprezzando il tuo modo di pensare e concepire la realtà sociale in cui operi.

Secondo Zdeneck Zeman: ”L’affetto della gente fuori dal sistema come me, mi aiuta a superare le delusioni e le amarezze..sembra una sciocchezza ma non lo è!”. E’ vero Mister non lo è affatto poiché significa che quei valori e quel modus operandi arrivano alla massa, alla gente semplice, quella che al sistema calcio non appartiene, che ama semplicemente appassionarsi e divertirsi. E, se arrivano passione e gioie, anche quando in qualche stagione non si raggiungono gli obiettivi di classifica prefissati con la società, vuol dire che il progetto e il modello zemaniano, non solo tecnico e tattico ma anche umano, è un progetto vincente, a prescindere dai risultati improvvisi che il campo ti regala: a vincere sempre sono i valori dello sport e sopratutto il cuore, la passionalità.

Ed è proprio la passionalità a caratterizzare generalmente le persone del Sud, persone che lavorano sì con fatica ma anche con gioia e voglia di ben figurare. Uomini che lottano troppo spesso contro preconcetti, contro le difficoltà e contro una realtà spesso amara che questa professionalità, questa passionalità per il proprio lavoro soffoca insieme alla meritocrazia. Forse il Boemo è stato solo contagiato dal modo di essere tipico delle nostre terre o forse Mister Lei per stile e cuore è un vero uomo del Sud.


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