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Il “cervello” che ritorna al Sud, dalla Florida a Benevento
22 Dic 2013 08:59

Ho pensato fosse un’occasione unica per tornare dove sono nato, inoltre volevo mettere a disposizione del mio popolo quello che ho imparato in America, per aiutare chi oggi in Italia soffre di malattie degenerative gravi”.

Queste le parole proferite da Raffaele Pilla giovane ricercatore Italiano, che dopo aver lavorato per tre anni nella facoltà di Medicina alla University of South Florida, ha deciso di tornare nella sua terra d’origine, Benevento, per mettere a disposizione tutta la sua esperienza maturata all’estero in questi anni.

Il giovane ricercatore, con già altre esperienze estere alle spalle, ha seguito nei laboratori del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Molecolare di Tampa studi sulla dieta chetogenica, basata sulla somministrazione di una quantità minima di carboidrati  ai malati di tumore, Alzheimer, Parkinson, Sla, epilessia e diabete. “Questa è una procedura alternativa – sottolinea Raffaele – alla quale da tempo i pazienti americani vengono sottoposti, con benefici enormi. In Italia  purtroppo non viene applicata e anche per questo, quando sono stato contattato dal Fatebenefratelli di Benevento, per offrirmi un contratto in farmacia, ho pensato che avrei potuto continuare la sperimentazione in Italia, ma soprattutto seguire i malati con questa dieta”.

Quella di rientrare in Italia è stata una decisione non facile da prendere visto che per lui in America si prospettava una carriera brillante: un imminente rinnovo di contratto con l’Università.

Devo ringraziare Tampa per i tre anni ben spesi  che mi hanno dato l’occasione di comprendere in pieno il valore della ricerca, e quanto in Italia sia sottovalutata. Negli States è alla base di tutto. Le persone comuni capiscono che se non ci fosse stata e non ci fosse oggi la sperimentazione scientifica non ci sarebbe lo smartphone, Internet, le terapie antitumore né, banalmente, il materasso ortopedico. Negli Stati Uniti, si sa bene che la ricerca può produrre effetti anche dopo 20 anni, però s’investe tanto perché i vantaggi per il benessere collettivo e l’economia sono enormi. Questa consapevolezza in Italia manca, perché la gente non guarda come sarà il mondo tra vent’anni, anche in virtù del fatto che è abituata a ricevere promesse su come sarà l’Italia tra una settimana. Quindi, destinare finanziamenti alla ricerca scientifica, che nella maggior parte dei casi non produce effetti immediati, viene considerato superfluo, non solo dalla politica”.

Presto Raffaele Pilla tornerà in Italia, con la giusta consapevolezza del fatto che, se dovesse, un giorno, per forza di cose, ritornare all’estero, visti anche i risultati conseguiti, le porte lì per lui saranno sempre aperte.


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