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Sofia Loren: “La felicità si chiama Napoli”
28 Mag 2014 09:18

Si commuove nella sua Napoli, lì dove le dicono che per la sua interpretazione nel corto “Voce umana“, diretto da suo figlio Edoardo Ponti, ha ricevuto un premio speciale alla 58.ma edizione del David di Donatello.

E’ in quel momento che Sofia Loren proprio non resiste e si commuove. Tanto che esordisce così: “Ecco, questo è un momento di felicità”.

Lacrime, dunque, e larghi sorrisi, all’anteprima italiana al teatro Mercadante del corto di Ponti. “Non è facile, per me, presentare questo lavoro a Napoli”, ammette la Loren davanti al parterre di telecamere e fotografi che la aspettavano in un hotel del lungomare.

Altro che red carpet di Cannes, dove il gotha del cinema era tutto in piedi per lei: l’emozione è così tanta e vera che la grande diva non riesce quasi a parlare mentre il figlio premuroso la stringe.

Proprio in questi giorni il secondogenito Carlo è al lavoro nella sua Pozzuoli dove giovedì dirigerà l’orchestra del San Carlo (“ma non so se potrò esserci”, dice mammà): insomma davvero una grande festa in famiglia quella di Sofia che un anno fa tornò sul set proprio nei vicoli di Napoli, osannata come una regina.

Logico, quindi, che la presentazione del film avvenisse qui, con il direttore del Corriere del Mezzogiorno, Antonio Polito, a fare da anfitrione e lo staff della Film Commission regionale che fu in prima linea nelle riprese.

“Se sento parlare male di Napoli, io la difendo sempre, a costo di non dire la verità, mi comporto come si fa in una famiglia. Qui ho trascorso l’infanzia e la gioventù, anni che sono il bagaglio che ti porti dietro per la vita, la mia scuola è stata quella infanzia – ammette la Loren, ‘nata per sbaglio a Roma’ – Napoli è una città che va aiutata, c’è chi potrebbe farlo, ma non voglio parlare di politica”.

Parla invece di emozioni, Sofia. “A Cannes ho capito solo a un certo punto la grandezza di quell’applauso, quando ho premiato Alice Rohrwacher, che bello, lo sentivo che avrebbe vinto lei. Nel cinema italiano vedo tanti giovani bravi”.

A Cannes è piaciuto molto anche ‘Voce umana’, prodotto dalla Masi Film (il cofanetto con dvd, extra, e libro sarà in edicola da domani per un mese con il Corriere della Sera e in libreria con Rizzoli), trasposizione dell’omonima pièce di Jean Cocteau del 1930, già interpretata anche da Anna Magnani (ne “L’amore” di Roberto Rossellini).

Il ruolo di Angela, una donna al telefono con l’amante che l’ha lasciata e del quale non si sente mai la voce, è un sogno che la Loren coltivava da anni, “ma non avevo l’età, poi quando è arrivata ne ho parlato seriamente con mio figlio”. La sceneggiatura è di Erri De Luca, protagonista maschile Enrico Loverso che dice: “Ponti è il miglior regista con il quale ho lavorato”.

Ma al centro della scena c’è sempre lei. Rosso vestita, in forma strepitosa, la diva che compirà ottanta anni a settembre (e mostra ammiccando otto dita agli obiettivi, “fatemi un po’ scherzare”, si schernisce) si racconterà in un’autobiografia “per mettere un po’ di cose a posto, su di me si è scritto tanto…”. E a chi le domanda del suo rapporto con lo specchio oggi, risponde con l’ennesimo sorriso: “Va ancora bene”, ed è sincera.


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