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Il Sud, la patria dello stato moderno
31 Dic 2015 11:00

Il vituperato meridione dell’Italia, fu teatro del più importante tentativo di costruzione di uno stato moderno. Ciò avvenne sotto le insegne, lo spirito e l’ingegno, di Federico ll della casata degli Hohenstaufen.

L’uomo s’innamorò del Sud e ne fece l’epicentro della sua vita, nonostante l’altissima carica di Imperatore del Sacro Romano Impero.

Federico accentrò a sé il potere, per poi organizzarlo burocraticamente. Per questa operazione si può parlare di stato moderno.

La sua impresa, perché di tale si tratta, iniziò con la sottrazione del potere all’aristocrazia e alla chiesa temporale.

Egli confiscò ad essi feudi, porti, castelli e fortificazioni.

Anche le città finirono in tale morsa depauperante, infatti Federico ll tolse loro lo spazio di azione e annullò i loro accordi sia politici che commerciali.

Poi toccò alle repubbliche marinare. Anch’esse persero basi e privilegi.

Dopo tale operazione, che trovò delle ovvie resistenze, vinte con la forza di un esercito ben armato, passò all’organizzare il potere sul territorio del regno.

Per farlo aveva bisogno di una moltitudine di “impiegati statali” ferrati di diritto. Perché Federico era un fautore dei sistemi codificati, su cui basare le fondamente della corona.

Egli identificò nell’anno 1189 l’inizio di tutti i diritti, consuetudini e proprietà. Un orologio giuridico inesorabile. E fu da questa data che aristocrazia e Chiesa persero tutto ciò che avevano sui territori del Sud.

Federico dislocò i suoi burocrati,  e Giustizieri e Camerari furono le cariche che divennero fondamentali. Essi furono dei funzionari che venivano soprattutto dalla depotenziata nobiltà. Ma per accedere a tale funzione dovevano essere ferrati di diritto. Ecco perché Federico ll fondò l’università di giurisprudenza di Napoli, che fu cronologicamente la prima di origine statale. In essa vennero formati i “burocrati” del regno, che si occupavano del funzionamento della macchina del potere.

Tale macchina brillò per efficienza e diede origine ad una scuola, dove si formarono personaggi del calibro di Pier della Vigna.

Tali esperti del diritto potevano fare carriera fino ad accedere a posti di altissimo rango, molto prossimi alla corona. Ovvero quegli uomini che sedevano nel Consiglio del Re e nella diplomazia.

Ecco in sintesi ed esplicato in maniera molto semplice, ciò che Federico ll, un uomo geniale per l’epoca, perpetrò in luoghi ove ora si parla di assenza dei principi di uno stato. E’ un paradosso, ma nel Sud dell’Italia, dove in alcuni luoghi prospera l’anti-stato, ebbe vita la prima organizzazione di uno stato moderno. Dove le rendite di posizione, i potentati locali, briganti e taglieggiatori, vennero stretti in una morsa con la forza, ed addomesticati ad un potere centrale.

Non entriamo nelle distonie di tale tentativo, nei punti bui, nei fallimenti, ma l’organizzazione poi vanificata nel tempo, fu un esempio pioneristico, in un epoca in cui il feudalesimo di origine franca, aveva funzionato come prima strutturazione di potere dopo la caduta dell’Impero Romano.

Federico ll era nato a Jesi, sotto una tenda, mentre la madre Costanza d’Altavilla raggiungeva la Sicilia e morì a Ferentino, nei  pressi dell’odierna Torremaggiore in provincia di Foggia. Un inizio ed una fine, nel palcoscenico delle terre della sua vita.


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