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Il videoclip dei cassaintegrati dell’Alcoa che spopola sul web
14 Giu 2013 08:00

La rabbia e la speranza. La voglia di riscatto senza dover elemosinare, seguendo poi un filo che unisce passato al futuro. La rivolta contro chi compie i soprusi. Attualità e speranza a suon di musica, rock e ribelle. A metterla in scena con musiche e videoclip è il gruppo Golaseca, formazione musicale composta da precari, interinali e cassintegrati dell’Alcoa di Portovesme.

In un videoclip di quattro minuti, “La rogna del re”, c’è sintetizzata la filosofia e la storia della band nata nelle pause pranzo all’interno dello stabilimento simbolo della crisi del Sulcis, attualmente fermo in attesa di essere venduto. “Con il lavoro siamo tutti ‘incasinati’ – spiega Roberto Cossu, voce e leader del gruppo composto da Marco Madeddu e Stefano Etzi alla chitarra, Renato Fonnesu al basso e Maurizio Tiddia alla batteria – ma noi a questa situazione non ci vogliamo arrendere”. Dopo un passaggio a Sanremo e la vittoria al talent per band emergenti, la decisione di realizzare un videoclip.

Ora tutti parlano di soldi – prosegue Cossu – noi diciamo questo: alla produzione del video abbiamo partecipato tutti gratuitamente. Dagli attori al regista (Nicola Contini) continuando con le truccatrici, le comparse”. E la fabbrica resta comunque nel cuore dei Golaseca. “Questa canzone l’ho scritta in sala Roding, durante un momento di pausa – spiega ancora Cossu – conservo ancora il foglio sporco di grasso”. Una nuova sfida per la band metalmeccanica che ha suonato a Roma in occasione della manifestazione nazionale della Fiom.

Un’esperienza indimenticabile – dice ancora il leader – che vorremmo proseguire seguendo il percorso che abbiamo tracciato in questo periodo”. Musica di lotta, quindi, con il cuore verso la fabbrica che compare anche nel video e fa da sfondo al ‘rognano che fugge’ prima di lanciare un messaggio di speranza con un bimbo che prende in mano un casco da operaio. “Il rognano non muore ma va via. Vedere i Golaseca che inseriscono un bimbo che prende un casco è un messaggio di speranza per il nostro territorio”


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