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La strage dei posti di lavoro è al Sud
10 Mag 2013 06:28

Negli ultimi quattro anni nel Mezzogiorno si sono persi oltre 300.000 posti di lavoro, il 59% dei posti persi nell’intero territorio nazionale.

Lo sottolinea lo Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) che ha elaborato i dati Istat tra il 2008 e il 2012 precisando che il 59,5% delle perdite complessive si è registrato in un’area che occupa solo il 27% degli occupati nel Paese.

Quasi la metà dei posti di lavoro persi (141.000 su 301.270) erano nell’industria.

In tutto il Paese, dal 2008 al 2012, si contano, infatti, 505.961 posti di lavoro in meno, calcola sempre lo Svimez.

In particolare, andando ancora più indietro nel tempo, tra il 2007 e il 2012, quindi in cinque anni, il Sud ha perso oltre 141 mila occupati industriali, passando dai 951 mila occupati del 2007 agli 809 mila del 2012, con una riduzione del 15%. A pagare il prezzo più alto della crisi sono sempre i giovani e le donne.

“L’anno scorso solo poco più di un giovane su tre under 34 ha lavorato al Sud (37,9%), e poco più di una giovane donna su cinque (23,6%)”, ricorda l’associazione per lo sviluppo nel Mezzogiorno. Per il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, al Sud “occorre un piano di primo intervento che sappia fronteggiare l’emergenza sociale sotto gli occhi di tutti ma anche avviare una strategia di medio e lungo termine centrata su alcuni fattori basilari per attivare lo sviluppo”.

Le urgenze evidenziate da Giannola “in primis” toccano: “la politica industriale ed energetica, la logistica e le filiere territoriali, la fiscalità di vantaggio e un intervento sull’Irap”.

Foto: gqitalia.it


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