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Coronavirus, Gelmini rassicura: “Maggio segnerà il progressivo ritorno alla vita”
02 Apr 2021 09:05

  • Per il ministro degli Affari regionali grazie all’arrivo di 8 milioni di vaccini ci sarà un cambio di passo
  • “Verosimilmente dal 20 aprile potremo pensare alle riaperture laddove sarà possibile”, dice Gelmini
  • “Gli italiani sono stanchi, dopo 13 mesi di sacrifici, lo capiamo”

Il ritorno a scuola ad aprile, il ritorno alla normalità (ma in maniera progressiva) a maggio. Sono le previsioni di Mariastella Gelmini, ministro degli Affari Regionali e le Autonomie, in un’intervista a Repubblica. “Aprile sarà il mese del ritorno a scuola – dice Gelmini – almeno per buona parte degli studenti. Maggio però segnerà il progressivo ritorno alla vita. Non facciamo promesse campate in aria, ma stavolta siamo davvero all’ultimo miglio, ecco perchè dobbiamo tenere duro. Gli italiani sono stanchi, dopo 13 mesi di sacrifici, lo capiamo. Adesso tuttavia si può pensare alle prime riaperture nelle prossime settimane”.

Cambio di passo con 8 milioni di vaccini ad aprile

“Con altri 8 milioni di vaccini in arrivo ad aprile avremo un cambio di passo”, sottolinea Gelmini, che spiega: “Le decisioni le prendiamo sulla base dei numeri. E i quasi 24 mila contagi e i 501 morti di ieri dimostrano che non possiamo ancora aprire come avremmo voluto. Col decreto varato, appena i dati lo consentiranno, si potrà subito intervenire e alleggerire i vincoli. Il provvedimento ridà speranza all’Italia. Dopo due settimane dall’entrata in vigore, dunque verosimilmente dal 20 aprile, col calo dei contagi e l’incremento delle vaccinazioni potremo pensare alle riaperture laddove sarà possibile. Salvini continua a ripetere che è la scienza a decidere e la politica ad adottare le scelte conseguenti. E così sarà. Si dicono soddisfatti anche loro”.

Sulle vaccinazioni le regioni “stanno correndo”

Quanto ai vaccini, il ministro spiega: “In Italia sono state inoculate 10 milioni di dosi. E la media delle regioni è del 90,7 per cento rispetto alle dosi consegnate. Stanno correndo. La stessa Lombardia con 1,6 milioni è prima per numero di vaccini”. I problemi sono “a monte: nei contratti europei e nel mancato rispetto dei termini da parte di Big Pharma. Il presidente Draghi si è fatto sentire in Europa, i risultati arriveranno”.


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