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Distretti del cibo, in Calabria 20 richieste per il riconoscimento
05 Dic 2021 07:48

Sono circa 20 le richieste presentate per il riconoscimento dei Distretti del cibo in Calabria. Piace e prende piede il modello individuato per organizzare i sistemi produttivi agricoli ed agroalimentari locali e per promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la tutela della loro identità storica e culturale.

Distretti del cibo e territorio

Le richieste dei Distretti del cibo presentate sono rappresentative di un’ampia porzione del territorio regionale: dalla zona compresa tra l’Alto Ionio cosentino ed il Pollino, al Tirreno cosentino, alla Sila, a quella del Reventino, passando per il Lametino e lo Ionio catanzarese, la provincia di Crotone e quella di Vibo Valentia, fino alla Piana di Gioia Tauro ed all’area grecanica. Ad esse si aggiungono, inoltre, candidature che mirano alla valorizzazione del cibo biologico e della filiera della pesca, a livello regionale e interregionale, a testimonianza della spinta dal basso per la creazione di una rete di valorizzazione dei territori e delle loro peculiarità, attraverso un valido strumento di programmazione. Il dato è emerso nei giorni scorsi, in occasione di un incontro svoltosi per fare il punto della situazione.

Gallo: “Rafforzamento delle filiere agro-alimentari”

“Quella dei Distretti del cibo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – è un’iniziativa di fondamentale rilievo per la nostra terra: completate le procedure in itinere, prenderanno finalmente vita sistemi produttivi territoriali finalizzati alla coesione e all’inclusione sociale, alla crescita dell’occupazione e della competitività delle realtà imprenditoriali locali. Il mosaico di distretti che si andrà a comporre, nel solco della concertazione intessuta con istituzioni locali, organizzazioni di categoria e forze produttive ed economiche del comparto agroalimentare, rappresenterà un sicuro rafforzamento delle filiere agro-alimentari, del marketing territoriale e delle infrastrutture, con conseguente valorizzazione dell’ambiente e dei paesaggi. All’interno di questo ambito, ciascun soggetto interessato e coinvolto agirà con un ruolo di protagonista”.

L’iter per il riconoscimento

Le istanze di riconoscimento formalizzate saranno ora sottoposte a verifica e valutazione, al fine di procedere alla loro iscrizione nel Registro nazionale dei Distretti, tenuto presso il Mipaaf.

Le tipologie dei distretti del cibo

Otto le tipologie di distretti che, nello specifico, la Regione procederà a riconoscere: rurali; agroalimentari di qualità; produttivi locali; produttivi locali anche a carattere interregionale; produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane; produttivi locali caratterizzati dall’interrelazione e dall’integrazione fra attività agricole; produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale; biodistretti e distretti biologici. Potranno essere altresì riconosciuti, come Distretti del Cibo, i dieci distretti rurali ed agro-alimentari di qualità già esistenti ed iscritti al registro nazionale.


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