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Ecco i Piani di Gestione dello spazio marittimo in Puglia
01 Giu 2022 07:18

Approvato dalla Giunta regionale della Puglia la proposta di pianificazione dello spazio marittimo della Regione Puglia ai sensi del Decreto Legislativo 17 ottobre 2016, n. 201 “Attuazione della Direttiva 2014/89/UE che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo”.

Crescita sostenibile

La Direttiva 2014/89/UE istituisce un quadro per la Pianificazione dello Spazio Marittimo (MSP), con l’intento di promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime, lo sviluppo sostenibile delle zone marine e l’uso sostenibile delle risorse marine applicando un approccio ecosistemico e promuovendo la coesistenza delle varie attività e dei relativi usi che ricadono sul mare e sulle coste.

La Direttiva chiede agli Stati membri di elaborare dei piani di gestione dello spazio marittimo che individuano la distribuzione spaziale e temporale delle pertinenti attività e dei pertinenti usi delle loro acque marine con l’obiettivo primario è quello di assicurare uno sviluppo sostenibile dei settori energetici del mare, dei trasporti marittimi e del settore della pesca e dell’acquacoltura, del turismo e per la conservazione, la tutela e il miglioramento dell’ambiente, compresa la resilienza all’impatto del cambiamento climatico.

A tale scopo, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, in qualità di ente competente, ha chiesto alle Regioni di fornire una proposta di Pianificazione dello Spazio Marittimo che, per la Puglia, ha interessato la costa adriatica e lo Ionio- Mediterraneo Centrale pertinenza anche delle regioni Basilicata e Calabria.

“Si tratta di un importante atto di pianificazione, unico nel suo genere – dichiara l’assessora all’Ambiente e alla Pianificazione Territoriale della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio – che ha impegnato in questi mesi numerose professionalità in termini di competenze messe in campo e soprattutto lavoro sinergico tra le diverse strutture regionali che hanno partecipato all’elaborazione del documento. Un lavoro coordinato dall’Assessorato all’Ambiente che è stato pienamente condiviso dai colleghi della maggioranza del consiglio regionale e apprezzato in seno alla V Commissione consiliare”.

La normativa italiana

In Italia la Direttiva è stata recepita attraverso il D. Lgs. n. 201 del 17 ottobre 2016 cui ha fatto seguito il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° dicembre 2017 di approvazione delle Linee Guida contenenti gli indirizzi e i criteri per la predisposizione dei piani di gestione dello spazio marittimo sulla base delle quali la Regione Puglia ha fornito il proprio contributo.

Le aree marittime di riferimento

Tale decreto individua le seguenti tre aree marittime di riferimento: Mare Mediterraneo occidentale (MO), Mar Adriatico (A) e Mar Ionio-Mar Mediterraneo centrale (IMC). Per le ultime due aree la Puglia ha elaborato una visione specifica di medio-lungo periodo frutto dell’analisi della situazione esistente, dei trend in atto e delle evoluzioni attese che si vogliono promuovere, gli obiettivi specifici di pianificazione, che rappresentano la declinazione locale degli obiettivi strategici di livello internazionale, europeo e nazionale e tengono conto sia di aspetti ambientali, paesaggistici e relativi al patrimonio culturale, che di aspetti di natura socio-economica legati alle esigenze dei diversi settori. Inoltre è stata definita una suddivisione delle sub-aree in unità di pianificazione (UP) (ovvero aree alle quali vengono assegnate specifiche vocazioni d’uso, con l’obiettivo di regolarne e indirizzarne il funzionamento e l’evoluzione e per le quali vengono definite misure, raccomandazioni e indirizzi per lo svolgimento delle attività).

“Il lavoro compiuto ci ha concesso di contemperare le diverse esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio regionale, sia in termini ambientali che di sviluppo economico – sottolinea l’assessora- la pianificazione proposta esprime la nostra volontà nel garantire il prosieguo in maniera sostenibile delle attività economiche legate al mare, quali la pesca, l’acquacultura, il turismo, le attività portuali e produttive considerando anche il trasporto marino, salvaguardando le peculiarità paesaggistiche, naturalistiche, culturali ed ambientali del nostro mare. Ora il documento sarà sottoposto alla valutazione ministeriale per poi aprire una fase di consultazione in ambito di valutazione ambientale strategica che ci permetterà di raccogliere ulteriori contributi dal territorio – conclude l’Assessora”.


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