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I rifiuti tossici scatenano una guerra fredda tra le Procure di Bari e Lecce
11 Nov 2013 08:03

Dopo le rivelazioni del 1997 del pentito Carmine Schiavone riguardo il traffico di rifiuti tossici, rimaste secretate fino a poche settimane fa in moltissime Procure italiane è scattato l’allarme e si stanno aprendo indagini conoscitive e fascicoli. L’ultima in ordine di tempo datata oggi 7 novembre, è stata aperta dalla Procura di Roma, sulla base dei racconti dell’ex capo clan, per quanto concerne il territorio della Provincia di Latina.

Più complicato il caso Puglia. Infatti Cataldo Motta Procuratore capo di Lecce, nonché capo della Dda, nonostante le scottanti rivelazioni riguardo la presunta presenza di rifiuti tossici nelle province di Foggia, Bari e Lecce, ha minimizzato il problema e ha detto no al fascicolo. “Non corriamo dietro ai fantasmi. Sono dichiarazioni prive di riscontri. (….) E’ stato fatto solo un chiasso mediatico inutile.”
I pugliesi però non si sentono affatto tutelati né tantomeno rassicurati dalle suddette dichiarazioni, in particolari modo i cittadini di Casarano che hanno aperto una petizione e raccolto quasi tremila firme per chiedere al Procuratore Motta di aprire una indagine per i terreni contaminati dai rifiuti tossici nella zona appunto di Casarano.
A quel punto la Procura barese, diretta dal procuratore aggiunto Pasquale Drago, decide di farsi carico del problema e di dare risposte precise ai cittadini e alle autorità nazionali, sullo stato di salute dell’intero territorio pugliese, e per evitare i dicerie che possano compromettere l’economia di un’intera Regione.

A tal fine, il pm Drago ha creato un pool di magistrati, coordinato da lui, che si occuperà dell’inchiesta. Si tratta del sostituto della Dda Teresa Iodice e del pm che ha la delega per i reati di traffico di rifiuti, Renato Nitti. Gli accertamenti saranno affidati al Corpo Forestale, in sinergia con gli organismi regionali interessati alla tutela dell’ambiente».”Acquisiremo – ha dichiarato Drago- gli atti della Commissione parlamentare dei rifiuti e le dichiarazioni fatte tempo fa dall’allora procuratore di Bari, Antonio Laudati, in commissione antimafia. ”

Ricordiamo che proprio durante il mandato di Laudati, la Procura di Bari lo scorso aprile, ordinò un sequestro penale preventivo del Sito Martucci, in agro conversanese contestando i reati di “falso, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, e molte altre violazioni, partendo da carotaggi, analisi, intercettazioni e dati tecnici che attestano soprattutto la fraudolenta realizzazione delle vasche di servizio e soccorso all’impianto realizzate senza il previsto strato d’argilla, le gravi lesioni al manto in HDPE,  gli omessi controlli durante le procedure di collaudo nonché predisposizione di campionatura ad hoc per ottenere risultati scientifici corrispondenti alla normativa, il conferimento di tipologie di rifiuti non autorizzati, anche pericolosi, la grave e illecita situazione della vecchia discarica(contigua alla nuova), nella quale vi sono stati illeciti abbancamenti e dalla quale vi sono pericolose percolazioni ed emissioni gassose, derivanti da fermentazioni tossiche.”

(fonte comunicato Procura di Bari 23 aprile 2013)

Anche il mondo politico si è attivato per tutelare i cittadini, partendo dalla richiesta del Consigliere regionale  Fabiano Amati di audizioni sui rifiuti tossici di tutte le personalità che all’epoca operavano in materia, e passando per un altro Cons. reg, Peppino Longo, che sta valutando la possibilità di costituire una commissione d’inchiesta.

Nel frattempo, gli ulivi salentini, si ammalano misteriosamente.   Chissa’ perché.


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