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Il politico antimafia che comprava i voti dal boss
24 Giu 2014 07:43

In un video, che ora gira nella rete, aveva annunciato di essere riuscito a raccogliere 137 mila firme. Tante persone di forte sensibilità antimafia non avevano esitato prima a sottoscrivere l’appello e poi a partecipare al flash mob organizzato da Pietro Franzetti davanti a Montecitorio. Protestavano tutti contro i vitalizi agli ex politici condannati per mafia.

Nelle foto di quel giorno si vedono tanti cartelli innalzati con l’immagine di Marcello Dell’Utri. Ora però è proprio Franzetti, 37 anni, che si presenta come imprenditore antiracket, a doversi difendere dall’accusa di avere trattato con uomini della mafia. Dalle pagine dell’inchiesta Apocalisse sulle cosche di San Lorenzo affiorano alcune imbarazzanti intercettazioni nelle quali lo stesso Franzetti, tornato nel 2012 a Palermo dopo essere vissuto per vent’anni a Roma, rivela di avere pagato in due riprese, alle ultime amministrative, ben 13 mila e 200 euro per un pacchetto di voti.

A quel tempo era candidato nella lista dell’Udc per il consiglio comunale di Palermo. Malgrado l’appoggio della mafia, forse promesso ma certamente mancato, Franzetti non è stato eletto. E si spiega così il disappunto espresso ai suoi procacciatori Lorenzo Flauto, Francesco Graziano, Vincenzo Russo, Massimiliano Ammirata e Gaetano Ficano. La delusione più cocente veniva da San Lorenzo, roccaforte di Cosa nostra, dove Franzetti non aveva raccolto neanche una preferenza.

Così, ma proprio zero, ma come è potuto essere, San Lorenzo è zero” diceva sconsolato Flauto. E Graziano, ancora più disorientato, aggiungeva: “San Lorenzo… minchia mi pareva più semplice la cosa“. Richiamando risultati identici in altri quartieri, Flauto osservava: “Qua, secondo me, c’è stato chi ha fatto, me lo paghi a me e magari… e glielo hanno dato ad altri… invece di darlo praticamente a me“. L’Udc ha subito preso le distanze da Franzetti, per il quale è scattato con l’accusa di voto di scambio anche il divieto di dimora a Palermo.

Da due anni a questa parte, puntualizza il partito in una nota, il suo percorso politico aveva preso altre direzioni. E in effetti la sua linea di rigore contro la corruzione, apprezzata nel suo profilo Facebook da alcuni amici, lo aveva portato a contatto con altri esponenti politici. Alla manifestazione di dieci giorni fa contro i vitalizi le cronache citano la presenza del deputato Riccardo Nuti del M5s che aveva attaccato il presidente del Senato e il Pd. Nel profilo Facebook di Franzetti spuntano altre foto con esponenti del Pd e un “selfie” con Matteo Renzi di due mesi fa. Esibendo questi testimonial, dopo la bufera giudiziaria, Franzetti respinge ogni accusa e scrive ancora sul suo profilo Facebook: “Pure Falcone ebbe delle infamità”. Un amico però lo riprende. Gli augura di chiarire tutto ma intanto lo esorta a “non fare ingiusti riferimenti a Giovanni Falcone”.


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