';

La Sicilia tenta di salvare i progetti del Pnnr irrigazione, mercoledì incontro al Mipaaf
08 Ott 2021 10:51

  • L’assessore siciliano Scilla incontrerà il Ministro Patuanelli
  • Ecco i 23 requisiti richiesti dal Ministero per essere ammessi
  • La Sicilia chiede che vengano applicate altre regole per i suoi progetti

Cerotti per sanare la polemica, qualche biglietto aereo per correre al Mipaaf e tentare di salvare il salvabile. Per tentare di non perdere le risorse finanziare a favore del settore irriguo, a causa di quei 31 progetti ritenuti, almeno fino a questo momento, non idonei ad essere finanziati con i fondi europei. Questa la strategia siciliana per rimediare alla bocciatura dei progetti del Pnnr per le irrigazioni. Convocato in Commissione attività produttive del parlamento siciliano, l’assessore all’agricoltura Toni Scilla, difende il suo operato. Annuncia un prossimo incontro a Roma con il Ministro Patuanelli e ribadisce che i 23 criteri selettivi per accedere al finanziamento non sarebbero stati concordati con l’amministrazione regionale.

Incontro Scilla-Patuanelli mercoledì

“E’ stato accertato il corretto inserimento dei progetti, quasi tutti esecutivi, sulla piattaforma dedicata Dania. Ribadiamo il mancato accordo tra il ministero e la Regione sui 23 parametri che ne hanno condizionato la valutazione e quindi determinato l’esclusione”, ha dichiarato Scilla, a conclusione dei lavori di Commissione parlamentare, aggiungendo che “è venuto meno un preventivo confronto  – sottolinea l’assessore della giunta Musumeci – per valutare le esigenze e le necessità specifiche delle nostre infrastrutture e, quindi, individuare criteri di valutazione più congrui alle nostre caratteristiche. Si tratta di parametri che vanno rivisti e resi meno stringenti per la Sicilia che ha le sue specificità. È proprio per trovare una possibile soluzione che mercoledì prossimo a Roma incontrerò il ministro Patuanelli”.

Le polemiche

Si decide tutto mercoledì prossimo con il faccia a faccia tra Patuanelli e Scilla? Probabilmente no. Per mettere le carte a posto c’è tempo sino a novembre. Ma a quel punto, la capienza finanziaria della misura consentirà il finanziamento dei progetti siciliani? Di sicuro, l’assessore siciliano verrà ricevuto con garbo ma senza tappeto rosso. Scilla, appresa la bocciatura dei progetti siciliani del Pnnr per il settore delle irrigazioni, la buttò in politica, accusando il ministro di avere un “atteggiamento ostile” contro la Sicilia. E per rinforzare il concetto ribadì che quello non era il primo caso.

I progetti bocciati

La risposta all’assessore siciliano venne servita fredda, glaciale, affidata alla nota stampa diffusa dal Ministero per replicare al j’accuse di Scilla. Nessuna ostilità, spiegava il comunicato, sottolineando come la bocciatura fosse la diretta conseguenza del mancato rispetto delle famose 23 prescrizioni. I progetti siciliani bocciati non rispettavano da un minimo di quattro a un massimo di 16 tra le famigerate 23 condizioni richieste. Basta guardare i dati segnati in rosso nel diagramma del Ministero. E il trattamento ostile nei confronti della Sicilia? A leggere il documento che indica progetti e ammessi e non ammessi, si scopre che alcuni progetti di altre regioni sono stati bocciati per non aver rispettato uno solo dei requisiti richiesti.

Dalle dichiarazioni rese oggi da Scilla scopriamo che il Ministero ha detto la verità: la Sicilia, secondo la tesi di Scilla, “chiede criteri di valutazione più congrui alle nostre caratteristiche”. Ma quali sono questi famigerati 23 criteri che avrebbero mandato in tilt la burocrazia regionale? Sono contenuti in un decreto emanato nel giugno di quest’anno. Quindi c’era tutto il tempo per intervenire. Sul piano formale, poi, quei 23 obblighi sono di una semplicità sconcertante, Il minino da chiedere quando si tratta di erogare fondi pubblici. Alcuni esempi: bisogna indicare la fonte di finanziamento, la finalità del progetto, spiegare che tipo di intervento si immagina, quali obiettivi si intende raggiungere ed in quanto tempo. Il minimo sindacale. Forse, anche questo minimo è un ostacolo insormontabile per la burocrazia siciliana.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento