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Le offerte dei fedeli al santuario? Investite in Borsa
25 Giu 2014 06:13

Una truffa da quasi un milione e mezzo di euro messa in atto con un utilizzo difforme, rispetto al mandato ricevuto, delle innumerevoli offerte dei fedeli al Santuario di San Francesco di Paola attraverso investimenti in Borsa ad alto rischio e bonifici in favore di parenti e amici. È l’accusa contestata dalla Procura della Repubblica di Paola (Cosenza) al consulente finanziario Massimo Cedolia, di 45 anni, arrestato nel corso di un’operazione dei Comandi provinciali di Cosenza dei carabinieri e della Guardia di finanza.

L’arresto di Cedolia, per il quale sono stati disposti i domiciliari, è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Paola, Carmine De Rose, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Bruno Giordano, e del sostituto Linda Gambassi, i due magistrati che hanno pazientemente ricostruito i mille passaggi dell’intricata vicenda che ha portato all’arresto, dopo averne messo a fuoco le responsabilità, del consulente finanziario.

A Cedolia vengono contestati di reati di truffa aggravata, falsità in scrittura privata aggravata e favoreggiamento reale aggravato in concorso ed esercizio abusivo della professione di promotore finanziario. Ma la sua colpa più grave è quella di avere tradito la fiducia che i Frati minimi (così si chiama il loro Ordine sacerdotale) avevano risposto in lui affidandogli la gestione delle generose offerte che giungono al Santuario di San Francesco di Paola, patrono della Calabria e veneratissimo in tutta la regione.

Unica preoccupazione dei frati, che in questo senso avevano affidato un preciso mandato a Cedolia, era soltanto di evitare che venisse intaccato il capitale costituito dalle offerte. Il consulente aveva pensato bene, invece, secondo l’accusa che gli viene contestata, di effettuare a suo piacimento continui prelievi dal Fondo patrimoniale strutturato in cui erano state fatte confluire le offerte elargite dai fedeli e di avere utilizzato le somme ricavate per investimenti in Borsa, di cui ovviamente avrebbe intascato gli utili, attuando, hanno riferito carabinieri e Guardia di finanza in una nota congiunta, “una sistematica e dissennata attività di trading online (compravendita di titoli azionari quotati in borsa) ad altissimo rischio, e celando ai titolari del conto la vera natura e il rischio degli investimenti effettuati“. Non solo. Cedolia, secondo l’accusa, avrebbe messo in atto una molteplicità di bonifici in favore di persone, legate a lui anche da vincoli di parentela, che poi provvedevano a “girare” allo stesso consulente il denaro, direttamente o tramite l’interposizione di ulteriori conti correnti bancari e postali, e che, per questa ragione, sono indagate per il reato di riciclaggio.

Contestualmente all’arresto di Cedolia, carabinieri e Guardia di finanza, hanno eseguito un decreto di sequestro di beni per un valore di due milioni e 340 mila euro a carico dello stesso consulente, di altri 11 indagati e di una società. I beni sequestrati consistono in 28 fabbricati, otto terreni, dieci automezzi e disponibilità finanziarie per un totale di 17 rapporti finanziari tra Cosenza, Diamante, Praia a Mare, Paola, Napoli e Milano


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