';

Smart Working nella Pubblica Amministrazione, le linee guida
22 Ott 2021 14:00

  • Sono state diffuse le linee guida dello smart working nella Pubblica Amministrazione.
  • Previsto più lavoro in presenza che a casa.
  • Anche il lavoratore in smart working ha diritto ad almeno 11 ore di riposo consecutivo.

Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione, ha presentato oggi, venerdì 22 ottobre, le linee guida sullo smart working nell’ambito del settore pubblico.

LAVORO PREVALENTEMENTE IN PRESENZA

Innanzitutto, l’amministrazione pubblica che vuole fare smart working deve garantire “l’invarianza dei servizi resi all’utenza” ma anche “un’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza”. Di conseguenza, non si può fare lavoro agile (altro modo per definire lo smart working) cinque giorni a settimana ma lo si deve alternare con il lavoro in ufficio.

LA DISCONNESSIONE

Anche il lavoratore pubblico in smart working avrà diritto ad un periodo di riposo consecutivo giornaliero non inferiore a 11 ore per il recupero delle energie psicofisiche così come prevede il contratto per il lavoro in presenza.

Il documento ricorda che la prestazione lavorativa in modalità agile è svolta senza un vincolo di orario nell’ambito delle ore massime di lavoro giornaliere e settimanali stabilite dai CCNL.

Il lavoratore può richiedere, ove ne ricorrano i relativi presupposti, la fruizione dei permessi orari previsti dai contratti collettivi o dalle norme di legge quali i permessi per particolari motivi personali o familiari, i permessi sindacali e quelli della legge 104.

Nelle giornate in cui si fa smart working “non è possibile effettuare lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio”.

In caso di problematiche di natura tecnica e/o informatica, e comunque in ogni caso di cattivo funzionamento dei sistemi informatici, qualora lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza sia impedito o sensibilmente rallentato, il dipendente è tenuto a darne tempestiva informazione al proprio dirigente.

Se queste problematiche dovessero rendere temporaneamente impossibile o non sicura la prestazione lavorativa l’amministrazione può richiamare il dipendente a lavorare in presenza. Per sopravvenute esigenze di servizio il dipendente in lavoro agile può essere richiamato in sede almeno il giorno prima. Il rientro in servizio non comporta il diritto al recupero delle giornate di lavoro agile non fruite.

LA TECNOLOGIA

Al lavoratore in Smart Working “si deve fornire il lavoratore di idonea dotazione tecnologica”. “Per accedere alle applicazioni del proprio ente può essere utilizzata esclusivamente la connessione Internet fornita dal datore di lavoro”. “Se il dipendente ha un cellulare di servizio, è possibile inoltrare le chiamate dall’interno telefonico del proprio ufficio sul cellulare di lavoro”.

In pratica, nell’attività di smart working il dipendente pubblico non potrà usare la propria rete internet domestica per servizio.

“L’amministrazione deve prevedere apposite modalità per consentire la raggiungibilità delle proprie applicazioni da remoto. Se le applicazioni dell’ente sono raggiungibili da remoto, ovvero sono in cloud, il dipendente può accedere tranquillamente da casa ai propri principali strumenti di lavoro. Alternativamente si può ricorrere all’attivazione di una Vpn (Virtual Private Network, una rete privata virtuale che garantisce privacy, anonimato e sicurezza) verso l’ente, oppure ad accessi in desktop remoto ai server. Inoltre, l’amministrazione, dovrà prevedere sistemi gestionali e sistema di protocollo raggiungibili da remoto per consentire la gestione in ingresso e in uscita di documenti e istanza, per la ricerca della documentazione, etc.”.


Leggi anche questi articoli

Dalla stessa categoria

Lascia un commento