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Tutti i giovani uccisi dalla camorra
07 Nov 2014 07:58

Ad Attilio Romanò, giovane imprenditore napoletano, caduto nel 2005 durante la faida di Scampia per mano di criminali efferati che non hanno avuto remore a sparare, senza neppure conoscere l’identità della propria vittima, in totale spregio della vita. Al suo futuro rubato, alla sua intraprendenza e voglia di fare e alla sua sensibilità, che possa essere d’ispirazione per i suoi coetanei.

Ad Antonio Landieri, giovane napoletano, ucciso dalla camorra nel 2004 durante la faida di Scampia per un errore di persona. Alla sua giovinezza ed innocenza, per ridare dignità ad un ragazzo onesto martoriato dai clan e dal cattivo giornalismo. Ai suoi familiari ed amici che si sono battuti strenuamente e si battono tuttora per preservarne il ricordo.

A Gelsomina Verde barbaramente uccisa per mano della camorra, vittima innocente della sanguinosa faida di Scampia. La ricordardiamo per la sua dignità, il suo amor proprio, per la sua voglia di essere felice ed il suo coraggio.

A Lino Romano, un ragazzo come tutti noi, onesto e lavoratore che programmava un futuro felice insieme alla sua Rosanna. Ucciso il 15 ottobre 2012 per un errore di persona, mentre rincasava ignaro del disegno criminoso che l’avrebbe riguardato di lì a poco. Un orrore indicibile. Alla sua memoria e alla sua bellissima famiglia che, nel dolore, ne mantiene vivo il ricordo.

A Dario Scherillo. Amava andare in moto, progettava una serata con gli amici, immaginava il suo futuro. Dario Scherillo era un ragazzo di 26 anni. Vittima innocente della feroce faida imperversata a Scampia tra il clan Di Lauro e i c.d. scissionisti per il controllo del mercato della droga. A Dario, un ragazzo di 26 anni, alla sua gioia di vivere che il fratello Pasquale non smette mai di raccontare.

A Palma Scamardella, colpita barbaramente e ottusamente dalla mano criminale il 12 dicembre del 1994 a Pianura. Uno scambio di persona e l’efferatezza criminale hanno impedito ad una bambina di crescere mano nella mano con la propria madre. A Palma, il cui ricordo vive nell’impegno e nella vita di Emanuela.

Ad Annalisa Durante che era al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma dove doveva essere una ragazza in una sera d’estate, se non sotto casa, chiacchierando con le amiche? Sono loro, i camorristi che erano al momento sbagliato nel posto sbagliato. La camorra è sempre nel posto sbagliato. Ad Annalisa Durante, alla sua spensieratezza, alla donna che sarebbe diventata e che vive nell’impegno quotidiano di papà Giannino.

A Giancarlo Siani. Ventitrè settembre 1985, una data che ha segnato la storia di questa città. Il suo sorriso, la sua voglia di vivere, la sua sete di verità, tutti noi vorremmo assomigliargli. Per molti è diventato un simbolo, un modello al quele ispirarsi, per noi resti Giancarlo Siani, giornalista giornalista.

A Luigi Sica. Non è possibile morire a 15 anni. Non è possibile morire a 15 anni quando a colpire è la mano di un compagno di gioco, uno di quelli che quotidianamente incontri nel quartiere. Luigi Sica, vittima dell’assurda e incomprensibile prepotenza che troppo spesso accompagna i nostri giovani portandoli a compiere azioni di efferata violenza nei confronti dei proprio coetanei. A Luigi, ai suoi sogni e alla sua onestà che vorremmo vedere rivivere nei giovani che frequenteranno queste stanze.

A Fabio de Pandi. Undici anni sono pochi, ma non bastano a fermare il fuoco criminale, quel fuoco che il 27 luglio 1991 ha porto via Fabio ai suoi cari. “Più passa il tempo, più mi manca la sua presenza fisica e tutte le cose semplici ma belle della vita che avremmo potuto fare assieme”, è Papà Gaetano che instacabilmente ricorda il piccolo Fabio nelle scuole, con i ragazzi perchè siano consapevoli che la camorra è un male che riguarda tutti.

A Gianluca Cimminiello, giovane tatuatore napoletano. Alla sua arte, alla sua creatività, alla sua forza e al suo animo giusto che gli ha consentito di non piegarsi di fronte all’ingiustizia criminale. Era il 2 febbraio 2010 quando una barbara mano ha messo fine alla sua vita. Quella forza, quel senso di giustizia oggi rivivono negli occhi della sorella, Susy, e nei sorrisi dei nipotini, Beatrice e Giandomenico.

A Maurizio Estate, eroe civile, simbolo della Napoli migliore: umile, onesta, giusta. Era il 17 marzo 1993 quando il giovane Maurizio mise in fuga due malviventi che volevano rubare l’orologio ad un cliente dell’autolavaggio nel quale lavorava con il papà. A quel senso del dovere, al suo non girarsi dall’altra parte che rivediamo ogni giorno nei gesti del fratello Giovanni che con i suoi fiori ricorda la vita di Maurizio, colorata e piena di speranze.

A Francesco Estatico. Fu uno sguardo alla propria ragazza a far scattare la violenza e furia omicida di un giovane di 17 anni, l’assassino di Francesco Estatico, il 18enne morto la domenica del 15 febbraio 2004 fuori ad uno degli chalet di Mergellina.

A Gigi e Paolo. Era il 10 agosto 2000 quando Gigi Sequino e Paolo Castaldi hanno perso la vita a causa della barbarie cammorista. Due amici, due bravi ragazzi che oggi ricordiamo grazie all’impegno di mamma Rosaria, di papà Vincenzo e di tutti i membri delle loro famiglie che instacabilmente fanno del proprio dolore una forza da condividere con la comunità.


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