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Unesco Learning Cities, rete di città che mirano a crescere con la formazione
23 Ott 2021 10:05

  • UNESCO Learning Cities è un network di città che puntano sull’educazione
  • Entrare a far parte di questa rete è un’importante opportunità per il Sud
  • L’istruzione diventa determinante per la promozione del territorio

In un’Italia che sempre di più punta al valore dell’istruzione per il territorio, un’opportunità potrebbe aprire nuove frontiere, soprattutto al Sud. Si tratta di UNESCO Learning Cities, un network di città impegnate nel lifelong learning che esiste già dal 2015. Un sistema di supporto a livello regionale che ha già toccato il Sud una volta.

Unesco Learning Cities: una nuova opportunità per il Sud

“Città dove imparare”. Sono quelle che l’UNESCO vuole raccogliere all’interno di una rete di aiuto e collaborazione. Ad oggi ne sono state riconosciute 229, ma il numero cresce di anno in anno. Tant’è che anche quest’anno è possibile candidare una città entro l’1 novembre, e già in molte si sono fatte avanti. L’idea è quella di unire i centri di studio e di formazione continua (o lifelong learning) nel mondo. In poche parole, quelle città che attraverso programmi e progetti pongono l’istruzione come chiave per la crescita e lo sviluppo.

Aderendo a questo progetto, ogni municipio può entrare a far parte di una rete mirata a connettere luoghi con interessi e necessità comuni, e fornire loro il supporto di esperti nell’ambito del lifelong learning. In più, ha un modo di pubblicizzare le proprie iniziative anche attraverso premi come il Learning City Award, e ricevere supporto attraverso percorsi di ricerca e formazione per formatori.

L’obiettivo principale del programma è la promozione dell’apprendimento all’interno delle istituzioni formali (scuola, università…), informali e non formali (famiglia, comunità, associazioni…), oltre che all’interno dei luoghi di lavoro. L’augurio è che questo venga fatto in modo sempre più innovativo, mediante l’utilizzo di metodi e tecnologie all’avanguardia in grado di migliorare la qualità dell’istruzione.

Lifelong learning: il futuro dell’educazione?

Ormai se ne parla da anni: il lifelong learning sembra essere una cultura ormai predominante sia nell’ambito della formazione che in quello lavorativo. Il processo di apprendimento, infatti, non viene più visto come parte di una fase iniziale della vita, ma come costante e continuo nel corso di essa. Non solo Università della Terza Età: si parla di corsi professionalizzanti così come aggiornamento costante.

Per una learning city diventa allora importante far partecipare i cittadini non solo alle attività di formazione, ma alla vita stessa della città – ma le due cose sono correlate. Così una città del Sud può crescere proprio grazie all’istruzione dei suoi cittadini. D’altronde non c’è niente di meglio della cultura per portare avanti la cosiddetta “cittadinanza attiva”.

Palermo learning city, e le altre?

Dal 2015 ad oggi solo 5 città italiane si sono unite al network. Sono Torino (2016), Fermo (2018), Palermo (2019), Lucca (2020) e Trieste (2020). Se, da un lato, chiaramente vi è una selezione da parte degli organi internazionali, dall’altro resta preoccupante un numero così esiguo, sopratuttto al Sud.

Per Palermo, essere una città formativa non è stato altro che acquisire un’opportunità in più per promuovere non solo le attività didattiche formali, ma anche la storia della città. Dunque l’itinerario arabo-normanno acquisisce un valore ancora nuovo. Così il turismo si unisce all’istruzione, rafforzando il valore del legame tra cultura e territorio.


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