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Il violoncellista che vuole riaprire la chiesa di Sambuca
19 Ago 2014 07:55

“Salviamo la Chiesa madre di Sambuca di Sicilia”. E’ questo l’appello lanciato in occasione del concerto del giovane violoncellista Adriano Fazio che si è svolto nella Chiesa Madre di Sambuca di Sicilia riaperta per l’occasione.

Una serata speciale tra le navate seicentesche del maestoso tempio, gravemente danneggiato in seguito al terremoto che nel gennaio del ’68 seminò morte e distruzione nella valle del Belice. Un monumento imponente edificato nell’area del castello che si staglia in cima all’antica roccaforte araba dell’emiro Zabuth. Un simbolo per l’intera comunità, chiuso ormai da troppo tempo.

Non a caso il sindaco di Sambuca Leo Ciaccio, ricordando la storia della chiesa violentata dagli uomini più che dal terremoto, ha approfittato dell’iniziativa per lanciare una “provocazione”: la costituzione di un comitato con l’obiettivo di riaprire la Matrice entro il 50/o anniversario del sisma. “Chiameremo a farne parte – ha spiegato Ciaccio – tutte le persone di buona volontà e le energie migliori del territorio per raggiungere questo obiettivo. Una sfida ambiziosa che vogliamo vincere coinvolgendo enti pubblici ma anche sponsor privati“.

Il primo passo da parte dell’amministrazione comunale sarà l’istituzione di un concorso di idee che premierà il miglior progetto di restauro architettonico. Un passaggio essenziale per presentarsi con le “carte in regola” e avviare la ricerca di possibili finanziamenti anche in sede comunitaria. Le note del violoncello di Adriano Fazio, 26 anni, diplomato al Conservatorio “Bellini” di Palermo e già affermato musicista, sono così risuonate tra le navate spoglie della Chiesa Madre come un monito ma anche un auspicio. “Ci ricordano – ha sottolineato l’assessore alla cultura del Comune di Sambuca Giuseppe Cacioppo – quelle del violoncellista bosniaco Vedran Smailovic che nel ’92 suonò per 23 giorni consecutivi, in alcune ore del giorno, a Sarajevo per ricordare le vittime di quella città martire. Ed anche la facciata e i muri crivellati di questa chiesa sembrano testimoniare una guerra durata troppo a lungo. Dopo 46 anni adesso vogliamo che la Matrice torni a vivere…“. Un sogno da realizzare ad occhi aperti.


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