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Così il cinema a Palermo paga il pizzo
01 Set 2014 09:04

“Ci siamo veramente liberati del condizionamento del pizzo nel cinema? Da magistrato sono pessimista. Sarebbe opportuna una rivoluzione copernicana, denunciare ogni pressione e smettere di fare i sudditi“. Lo ha detto Francesco Del Bene, magistrato della Dda di Palermo, intervenendo ieri a tarda sera a un dibattito organizzato da Addiopizzo su ‘Cinema e pizzo‘ alla spiaggia Sconzajuoco sul lungomare di Isola delle Femmine (Pa), in occasione del 23/mo anniversario dell’uccisione dell’imprenditore Libero Grassi.

Il magistrato ha ricostruito il racket sui set cinematografici, dall’imposizione di comparse e operai fino all’inchiesta che ha portato all‘arresto di 41 affiliati al clan della Noce per aver chiesto il pizzo ai produttori di Magnolia fiction, durante le riprese a Palermo della serie televisiva “Il segreto dell’acqua”, con Riccardo Scamarcio.

Ho scoperto che prima dei casi più recenti come con la produzione Magnolia – ha aggiunto Del Bene – avevano chiesto il pizzo anche a Francis Ford Coppola durante le riprese de ‘Il padrino’, al punto da costringere la produzione a spostarsi da Palermo nel Messinese. Era tanto tempo fa, ma le cose non sono molto diverse oggi“. All’incontro erano presenti anche Pina Maisano Grassi e Pif, regista de “La mafia uccide solo d’estate“. “Spero che Pif sia il futuro – ha proseguito il magistrato Del Bene – ma credo anche che a Pif non abbiano chiesto il pizzo proprio perché è lui e se ne conosce l’orientamento, mi chiedo se a una società sconosciuta del Nord sarebbe successo lo stesso“.


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