';

La processione si ferma per portare la statua del santo al boss
23 Mag 2014 07:38

Una tappa non prevista della processione di San Francesco di Paola, nella frazione Foresta di Petilia Policastro, nel crotonese, per portare la statua nel frantoio del boss, un rinfresco a base di vino, panini e bibite e, sullo sfondo, il monopolio del mercato dell’uva e delle castagne. Sono questi gli elementi di un’inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato al fermo di 19 persone ritenute affiliate alla cosca della ‘ndrangheta dei Manfreda di Petilia Policastro.

Ancora una volta, così come era già avvenuto a Pasqua nel vibonese con la processione dell’Affruntata, le cosche della ‘ndrangheta cercano di dimostrare la loro influenza e potenza utilizzando cerimonie religiose e processioni. A Petilia Policastro a metà maggio si svolge la processione di San Francesco di Paola e negli anni scorsi, secondo quanto hanno ricostruito i carabinieri di Crotone e i magistrati della Dda di Catanzaro, era accaduto che la statua del Santo avesse fatto una tappa inusuale nel frantoio di Vincenzo Manfreda, il presunto boss di Petilia Policastro ucciso in un agguato il 24 marzo 2012. E mentre all’interno del frantoio si svolgevano i festeggiamenti, la processione era bloccata ed attendeva la fine del buffet per riprendere il percorso e poi arrivare in chiesa.

Furono proprio i componenti della famiglia dei Manfreda ad insistere con gli organizzatori della processione chiedendo di entrare nel frantoio. “Entrate dentro, entrate dentro – ripetevano agli organizzatori – e festeggiamo il santo“. La sosta, secondo gli inquirenti, era stata decisa allo scopo di “ottenere la benedizione per il luogo simbolo della cosca“.

I magistrati hanno acquisito il programma della processione dalla quale è emerso che non era prevista la sosta davanti al frantoio di Manfreda. che è ritenuto inoltre dagli investigatori il luogo dove gli uomini della cosca si incontravano per decidere i loro ‘affari‘. E tra questi c’era anche la gestione assoluta del mercato dell’uva e delle castagne. La sosta nel frantoio di Manfreda provocò l’arrivo in ritardo della statua di San Francesco di Paola nella chiesa dove c’erano centinaia di devoti che attendevano l’inizio della funzione religiosa per la festa del santo.

Nel provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro e firmato dal Procuratore, Vincenzo Antonio Lombardo, dall’aggiunto Giovanni Bombardieri e dai sostituti Salvatore Curcio e Domenico Guarascio, emerge come a Petilia Policastro la cosca dei Manfreda aveva il controllo assoluto dell’economia, con il monopolio in particolare del mercato dell’uva e delle castagne. La cosca imponeva il prezzo per l’acquisto dai produttori e quello per la vendita ai commercianti. E chi si opponeva, diventava bersaglio di intimidazioni e danneggiamenti


Dalla stessa categoria

Lascia un commento