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Pnrr, Draghi presenta il Piano: “Non solo progetti: c’è il destino del Paese”
26 Apr 2021 18:04

  • “Il Pnrr non è solo un insieme di progetti”, ha detto Draghi presentando il Piano alla Camera
  • Sei le Missioni per cambiare l’Italia con investimenti e riforme
  • Attenzione al Sud e ai divari territoriali con investimenti sulle infrastrutture

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr, ndr), pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze. Vi proporrei di leggerlo anche in un altro modo. Metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno. Le attese di chi più ha sofferto gli effetti devastanti della pandemia. Le aspirazioni delle famiglie preoccupate per l’educazione e il futuro dei propri figli. Le giuste rivendicazioni di chi un lavoro non ce l’ha o lo ha perso. Le preoccupazioni di chi ha dovuto chiudere la propria attività per permettere a noi tutti di frenare il contagio. L’ansia dei territori svantaggiati di affrancarsi da disagi e povertà. La consapevolezza di ogni comunità che l’ambiente va tutelato e rispettato. Ma, nell’insieme dei programmi che oggi presento alla vostra attenzione, c’è anche e soprattutto il destino del Paese”.

È iniziato così il discorso del presidente del Consiglio, Mario Draghi, per presentare il Pnrr alla Camera (domani si replica al Senato).

Draghi ha voluto sottolineare che “non è solo una questione di reddito, lavoro, benessere, ma anche di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessun numero, nessuna tabella potranno mai rappresentare. Dico questo perché sia chiaro che, nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite”.

Gli obiettivi del Pnrr

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto Draghi – ha tre obiettivi principali. Il primo, con un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica. Nel 2020 il PIL è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi. Con una prospettiva più di medio-lungo termine, il Piano affronta alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica”.

Le risorse

Il Pnrr ha a disposizione 191,5 miliardi della Ue, ai quali si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo. Il piano complementare “finanzia progetti coerenti con le strategie del Pnrr”. Stati stanziati, inoltre, entro il 2032, “ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche. Queste includono la linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria – che diventerà una vera alta velocità – e l’attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia. È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi. Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro”. A tali risorse, si aggiungono quelle rese disponibili dal programma REACT-EU, ha spiegato Draghi, per 13 miliardi.

La suddivisione dei fondi

“Se si tiene conto solo di RRF e del Fondo Complementare, la quota dei progetti ‘verdi’ è pari al 40 per cento del totale. Quella dei progetti digitali il 27 per cento, come indicato dalle regole che abbiamo deciso in Europa. Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento. C’è una forte attenzione all’inclusione di genere e al sostegno per i giovani”, ha spiegato il premier.

Effetti sull’economia

Secondo le previsioni del governo il Pil, grazie all’attuazione del Piano, nel 2026 il PIL sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano. L’occupazione sarà più alta del 3,2%”.

Il governo del Pnrr

L’attuazione delle riforme e la gestione delle risorse sono di responsabilità di ministeri e autorità locali, il monitoraggio del Ministero dell’Economia, prevista, inoltre, una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio. Regioni ed enti locali “sono responsabili della realizzazione di quasi 90 miliardi di investimenti, circa il 40 percento del totale”.

Le Missioni del Pnrr

Il Pnrr ha sei missioni: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura, Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, Infrastrutture, Istruzione e ricerca, Lavoro e formazione, Salute.

Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura

“Vogliamo accelerare l’adozione della tecnologia – nel pubblico, nel privato e nelle famiglie – per dare alla fine del quinquennio 2021-26 eque opportunità a tutti. In particolare a giovani, donne e a chi vive in territori meno connessi”. Inoltre interventi anche per i siti culturali minori.

Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

Sui “grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento. La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte (quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo). Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi per incrementare significativamente l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, per il rafforzamento delle reti e per una mobilità più sostenibile. Vi è un significativo sforzo per promuovere l’efficientamento energetico di edifici pubblici e privati. Per il Superbonus al 110 per cento sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp)”.

Infrastrutture

Sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa. Gran parte delle risorse è destinata all’ammodernamento e al potenziamento della rete ferroviaria. Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi), l’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell’intera rete. Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani.

Istruzione e ricerca

Prevede il miglioramento dei servizi di istruzione, il cablaggio degli edifici, riforma e ampliamento dei dottorati, rafforzamento dell’istruzione professionalizzante, i processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, il rafforzamento della ricerca.

Lavoro e formazione

Tra gli interventi una riforma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile. Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere.

Salute

L’obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario, al fine di garantire un equo accesso a cure efficaci. Tra gli interventi la creazione di Case della Comunità e Ospedali di Comunità, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.

Altri interventi del Pnrr

Poi il piano prevede interventi sulla famiglia con servizi di educazione e per sostenere le famiglie a conciliare lavoro e cura dei figli. Sostegno ai giovani per crearsi una famiglia e acquistare casa. Spazio anche alle strutture sportive per i giovani, agli interventi per le persone con disabilità.

Il Sud

“La crescita del Mezzogiorno – ha detto Draghi rappresenta l’altro aspetto prioritario trasversale al Piano. Il potenziale del sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese. Non è una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l’Italia. Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture – soprattutto l’alta velocità ferroviaria e il sistema portuale – è diretto al sud. Gli interventi su economia circolare, transizione ecologica, mobilità sostenibile e tutela del territorio e della risorsa idrica destinano al Mezzogiorno 23 miliardi. A questi investimenti si accompagnano la riforma delle Zone economiche speciali e un robusto finanziamento della loro dotazione infrastrutturale, pari a oltre 600 milioni. Stimiamo che l’incremento complessivo del PIL del Mezzogiorno negli anni 2021-2026 sarà pari a quasi 1,5 volte l’aumento del PIL nazionale. L’obiettivo è rendere il Mezzogiorno un luogo di attrazione di capitali privati e di imprese innovative”.

Le riforme del Pnrr

Le riforme presenti nel Pnrr “non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne”. Organizzati in sei missioni, riforme e investimenti puntano a “colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali”. La riforma della giustizia affronta i nodi strutturali del processo civile e penale: “Il Governo intende ridurre l’inaccettabile arretrato presente nelle aule dei tribunali, e creare i presupposti per evitare che se ne formi di nuovo”, accelerando i processi. La seconda riforma di sistema riguarda la Pubblica amministrazione. La riforma interviene su quattro ambiti principali: Assunzioni e concorsi, buona amministrazione, rafforzamento delle competenze, digitalizzazione.


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