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Quei 1258 cadaveri senza nome
20 Mag 2014 12:20

Sono 1.258 i cadaveri non identificati presenti negli obitori di tutta Italia, secondo l’ultimo censimento curato dall’ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. I dati sono riferiti al 30 aprile 2014 e tengono conto anche degli oltre 500 corpi, recuperati nel mare di Sicilia, dei migranti provenienti dal nord Africa. Tra questi, 387 sono vittime dei naufragi del mese di ottobre 2013, per i quali è stata attivata una collaborazione con organismi internazionali, quale la Croce Rossa Internazionale, per favorirne l’identificazione certa.

Il Registro dove sono censiti i cadaveri non identificati, informa il Viminale, viene aggiornato periodicamente ed è consultabile on line. In questo modo, attraverso la diffusione delle informazioni riguardanti i segni fisiognomici particolari e le circostanze del rinvenimento dei corpi, si intende facilitare il riconoscimento dei cadaveri.

A diversi dei morti del naufragio del 3 ottobre scorso è stato prelevato un campione biologico per l’eventuale estrazione del dna ai fini del riconoscimento. Altre di quelle vittime sono state riconosciute dai familiari, ma sono in corso ulteriori accertamenti per l’identificazione. Negli obitori ci sono anche cadaveri rinvenuti decenni fa. Ad esempio, ad Ancona è ospitato il corpo – trovato il 18 aprile 1981 – di un “soggetto di razza orientale, h 165-170, decesso risalente a 40-60 giorni prima per annegamento. Indossava solo slip color verde“. A Linarolo (Pavia) c’è un cranio di “sesso ed età approssimativa“. Tanti gli stranieri, come quello rinvenuto a Roma il 23 settembre 2006 , un cinquantenne romeno che “rispondeva al nome Lica, nato nella città di Bacu“. O un quarantenne trovato carbonizzato il 4 dicembre 2006 in una baracca a Villa Literno (Caserta). Non mancano le vittime di omicidio, come l’uomo trovato l’1 luglio 2008 in un canale di scolo a Bologna con ferite di arma da taglio alla schiena.

Allo stato attuale, la criticità del riconoscimento su larga scala è rappresentata dalla carenza di un circuito informativo comune a tutti i soggetti istituzionali competenti in materia che possa consentirne la comparazione tra gli scomparsi e i corpi rinvenuti senza identità. Per questo, sarà avviata a breve una sperimentazione con la prefettura di Milano, Roma e Reggio Calabria, in modo da favorire la circolarità informativa tra commissario, prefetture, procure della Repubblica, forze dell’ordine, comuni, regioni, asl, presidi ospedalieri, strutture universitarie di medicina legale.


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