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L’onda di speranza nelle scuole occupate ai tempi dell’iphone
14 Dic 2014 10:03

C’è un’onda verde speranza che sta solcando le scuole baresi e quelle dell’intera provincia in risposta alla riforma scolastica renziana.

Un’onda ordinata e priva di ogni tipo di violenza, che profuma di pastalforno e di focaccia, di quelle preparate dalle mamme per sfamare i ragazzi che già da una settimana, e almeno fino allo sciopero generale previsto per il 12 dicembre, occupano gli istituti.

I ragazzi mangiano, dormono, dibattono, fanno proposte e pulizie, citando Catullo e i filosofi, in risposta a taluni presidi critici che definiscono la protesta inutile.

Propongono una scuola sperimentale, pensata da loro, perché sono loro a fruirla, a viverla, a crescerci dentro, animati da un senso di collettività e di amore per la res pubblica che sembrava ormai smarrito da anni.

Ho provato a parlare con qualcuno dei ragazzi.

Sono tutti interessati e disponibili, come Anna Q. studentessa ginnasiale del Liceo Classico Orazio Flacco di Bari, dove in accordo con il Preside si è deciso per l’autogestione.

“Ogni classe dalle 9 alle 12.50 è stata impegnata in diversi corsi autogestiti da ragazzi di 1/2/3 liceo. Io credo sia stato molto utile perché abbiamo avuto modo di confrontarci intellettualmente su ciò che ognuno di noi, sia grandi che piccoli, pensa riguardo alla buona scuola di Renzi. Ogni “corsista” si è impegnato nello spiegare in cosa consistessero le 6 stanze della buona scuola. Inizialmente credevo che tutto ciò sarebbe stato inutile, che magari alla fine avremmo più che altro perso tempo, ed invece si è dimostrata una bella esperienza da cui sono venute fuori opinioni contrastanti, e grazie alla quale molti hanno compreso meglio in cosa consistesse la riforma.”

Annarita P. studentessa del Liceo Scientifico Entico Fermi invece ci racconta di una mutazione rispetto agli anni in cui era suo padre a occupare la scuola, e cioè che chitarre ed eskimo sono stati sostituiti da Woolrich e tablet, ma c’è qualcuno che ancora intona canzoni di Bob Dyland e Rolling Stones.

E allora chissà, auguriamoci che, come diceva Elsa Morante, il mondo verrà salvato dai ragazzini.

Cominciando proprio dalla scuola.


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