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Pnrr Missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile
19 Mag 2021 07:51

  • Un piano di investimenti per un sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile
  • Si punterà sul trasporto ferroviario e intermodale per ridurre il gap tra Nord e Sud
  • Verranno rafforzati i porti e avviato un processo di digitalizzazione degli aeroporti e della filiera logistica

Il Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha stanziato per la Missione 3 complessivamente 31,4 miliardi di euro (25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo complementare), per favorire lo sviluppo di infrastrutture e realizzare una mobilità pienamente sostenibile.

Gran parte dei fondi saranno riservati agli investimenti sulla rete ferroviaria, con particolare riguardo all’Alta Velocità di Rete (AVR), mentre le restanti risorse saranno destinate all’intermodalità e alla logistica integrata.

Il sistema dei trasporti in Italia

Il tema dei trasporti resta cruciale nel nostro Paese. Attualmente il 90% del traffico di passeggeri e il 54,5% di merci in Italia avviene su strada, mentre sulle ferrovie viaggia solo il 6% di passeggeri e l’11% di merci viene trasportato su rotaia. Di conseguenza il settore dei trasporti è quello maggiormente responsabile delle emissioni climalteranti (23,3% delle emissioni totali di gas serra).

Appare evidente la necessità di investire in infrastrutture sostenibili e nuove tecnologie, migliorare i collegamenti tra la rete ferroviaria, i porti e gli aeroporti e rafforzare la logistica in un Paese, che risente, ancora oggi, di forti ritardi e che presenta un evidente divario tra Nord e Sud e tra aree urbane e rurali.

La rete ad alta velocità oggi si ferma alla Napoli/Salerno. Il Sud è scollegato dal resto del Paese, i servizi ferroviari sono scadenti e con lunghi tempi di percorrenza, mentre nel Centro del Paese mancano o vanno potenziati i collegamenti tra le aree interne.

Ecco perché risulta di vitale importanza investire sul trasporto su ferro di passeggeri e merci e uniformare la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.

Gli obiettivi della Missione

La Missione 3 intende realizzare interventi in grado di ridurre le emissioni e traghettare il nostro Paese verso una graduale decarbonizzazione della mobilità.

Le risorse destinate alla Missione 3 del PNRR per le infrastrutture saranno suddivise in 2 componenti:

  • gli investimenti sulla rete ferroviaria (completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità, integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e messa in sicurezza dell’intera rete ferroviaria);
  • l’intermodalità e la logistica integrata (interventi a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica).

Verranno, inoltre, realizzati investimenti per la “Sicurezza stradale 4.0“, al fine di migliorare la sicurezza e la resilienza climatica/sismica di ponti e viadotti, attraverso tecnologie all’avanguardia e sistemi di monitoraggio digitale avanzati.

Investimenti sulla rete ferroviaria

Gli investimenti della componente 1 hanno lo scopo di rafforzare i servizi ferroviari e l’Alta Velocità, con interventi nel Mezzogiorno e nelle aree interne, ma anche di integrare l’AV con le reti regionali e potenziare i sistemi intermodali.

Un primo effetto del trasferimento del traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia sarà quello di ridurre le emissioni, ma il miglioramento dei collegamenti ferroviari, la riduzione dei tempi di percorrenza e l’investimento in nuove tecnologie aiuterà ad aumentare anche la connettività, la coesione territoriale e la competitività dei sistemi produttivi, soprattutto al Sud.

Gli investimenti sulla rete ferroviaria riguarderanno in particolare:

  • i collegamenti ferroviari ad alta velocità verso il Sud per passeggeri e merci come la tratta Napoli-Bari (percorribile in 2 ore, rispetto alle attuali 3 ore e 30 minuti, con un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle sezioni a doppio binario e un adeguamento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci di lunghezza fino a 750 m, senza limitazioni di peso assiale), la Palermo-Catania-Messina (con la realizzazione delle tratte intermedie del progetto si otterrà una riduzione del tempo di percorrenza di 60 minuti rispetto alle attuali 3 ore e un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte in raddoppio), la Salerno-Reggio Calabria (il tempo di percorrenza sarà ridotto di 60 minuti con un miglioramento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci, in particolare per il porto di Gioia Tauro);
  • le linee ad alta velocità che collegano il Nord all’Europa, potenziando così i servizi di trasporto su ferro, secondo una logica intermodale e stabilendo per le merci collegamenti più efficaci ed efficienti con il sistema dei porti esistenti. Gli interventi previsti riguarderanno la tratta Brescia-Verona-Vicenza (aumento della capacità e della regolarità del traffico grazie alla separazione dei nuovi servizi AV rispetto a quelli preesistenti, miglioramento del sistema di trasporto regionale, dovuto al potenziamento della linea tradizionale e migliore accessibilità della nuova stazione di Vicenza Fiera), la Liguria-Alpi (i tempi di percorrenza saranno quasi dimezzati sia sulla tratta Genova-Milano che sulla tratta Genova-Torino. La capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni/ora sulle tratte soggette a quadruplicamento in prossimità del nodo di Milano Rho-Parabiago e Pavia-Milano-Rogoredo. L’intervento infine permetterà il transito di treni merci con lunghezza fino a 750 metri), la Verona-Brennero (verrà realizzata la tangenziale ferroviaria di Trento e ci sarà un significativo aumento della capacità della linea fino a 400 treni/giorno);
  • il miglioramento delle connessioni diagonali ad alta velocità nel Centro-Sud, riducendo i tempi di percorrenza, per i passeggeri e di trasporto delle merci dall’Adriatico e dallo Ionio al Tirreno. Gli interventi riguarderanno le tratte Roma-Pescara (ci sarà un risparmio di tempo di 80 minuti sulla linea Roma-Pescara e un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte raddoppiate con la possibilità di istituire servizi metropolitani tra Chieti e Pescara), Orte-Falconara (riduzione dei tempi di percorrenza di almeno 15 minuti sulla tratta Roma-Ancona e di almeno 10 minuti sulla tratta Roma-Perugia, aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte soggette a raddoppio dei binari e adeguamento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci), Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia (i tempi di percorrenza saranno ridotti di 30 minuti sulla tratta Napoli-Taranto via Battipaglia rispetto all’attuale tempo richiesto di 4 ore, la capacità sarà aumentata da 4 a 10 treni all’ora sulle sezioni in fase di aggiornamento e la linea ferroviaria sarà adattata per consentire il passaggio dei treni merci);
  • l’introduzione del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS), in modo tale da garantire l’interoperabilità tra le reti ferroviarie europee e un miglioramento delle prestazioni dei sistemi ferroviari in termini di sicurezza, capacità e manutenzione;
  • il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave, per garantire servizi di viaggio a medio raggio veloci, confortevoli e competitivi, supportando così la crescente domanda di mobilità espressa dalle grandi città. Verranno eseguiti interventi per migliorare l’accessibilità e l’interscambio tra le stazioni ferroviarie e altri sistemi di mobilità del trasporto rapido di massa;
  • il rafforzamento delle linee regionali da integrare con la rete nazionale ad alta velocità, in particolare al Sud. Il sistema di trasporto sarà migliorato in termini di passeggeri trasportati, aumento velocità di percorrenza, sicurezza e interconnessione tra centri urbani e le altre infrastrutture. Per le aree centro-meridionali è prevista, inoltre, la sostituzione di alcuni treni alimentati a diesel con sistemi di trazione a idrogeno verde;
  • il potenziamento, l’elettrificazione e l’aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud, per realizzare gli interventi di ultimo miglio ferroviario per la connessione di porti e aeroporti, per aumentare la competitività e la connettività del sistema logistico intermodale e per migliorare l’accessibilità ferroviaria di diverse aree urbane del Mezzogiorno;
  • il miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud, spesso carenti in termini di accessibilità e integrazione con il territorio. Il programma di investimenti include hub urbani e linee metropolitane per lo sviluppo della mobilità sostenibile e prevede la riqualificazione funzionale, il miglioramento dell’accessibilità e l’intermodalità di stazioni di dimensioni medio-grandi e con alti volumi di traffico.

Tra le riforme previste da questa componente del Pnrr ricordiamo l’accelerazione dell’iter di approvazione del Contratto di Programma quinquennale tra MIMS e RFI e delle sue variazioni annuali, così come la modifica normativa proposta dal MIMS per anticipare la localizzazione dell’opera al momento del “Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica” (PFTE), anziché attendere la fase definitiva di progettazione del progetto. Queste riforme aiuteranno a velocizzare la progettazione e la realizzazione dei lavori.

Inoltre, verrà trasferita la titolarità delle opere d’arte (ponti, viadotti e cavalcavia) relative alle strade di secondo livello ai titolari delle strade di primo livello (autostrade e strade extraurbane principali) Ciò consentirà un aumento della sicurezza complessiva della rete stradale, in quanto la manutenzione di ponti, viadotti e cavalcavia sarà di competenza dell’ANAS e/o delle società concessionarie autostradali, che hanno una maggiore capacità di pianificazione e manutenzione rispetto ai singoli comuni o alle province.

Infine, si procederà con l’attuazione delle Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti (D.M. 578 del 17 dicembre 2020), assicurando così l’omogeneità della classificazione e della gestione del rischio, della valutazione della sicurezza e del monitoraggio dei ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere similari.

Intermodalità e logistica integrata

La seconda componente della Missione 3 include gli interventi destinati al miglioramento della competitività, capacità e resilienza del sistema della logistica, in un’ottica di efficientamento delle procedure e di riduzione dell’impatto ambientale, grazie anche all’utilizzo di soluzioni tecnologiche avanzate.

Tra gli obiettivi vi è sicuramente lo sviluppo del sistema portuale italiano e delle infrastrutture intermodali, il miglioramento della sostenibilità ambientale, la resilienza ai cambiamenti climatici, l’efficientamento energetico dei porti, la digitalizzazione della catena logistica e del traffico aereo e, infine, la riduzione delle emissioni legate all’attività di movimentazione delle merci.

Tutti questi interventi non potrebbero essere possibili senza importanti riforme come la semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica, l’attuazione del regolamento che definisce l’aggiudicazione competitiva delle concessioni nelle aree portuali, la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di Cold Ironing, per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra alle navi durante la fase di ormeggio, la semplificazione delle transazioni di importazione/esportazione attraverso l’effettiva implementazione dello Sportello Unico dei Controlli, grazie a un portale, che permetterà l’interoperabilità con le banche dati nazionali e il coordinamento delle attività di controllo da parte delle dogane.

Tra le altre riforme annoveriamo l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (PLN) per la rete dei porti, al fine di introdurre la digitalizzazione dei servizi di trasporto passeggeri e merci e la semplificazione delle procedure logistiche e di digitalizzazione dei documenti.

I principali investimenti interesseranno:

  • la digitalizzazione della catena logistica, in modo da contrastare l’eccessiva burocrazia nelle procedure, il mancato avvio effettivo dei processi di semplificazione normativa, la frammentazione dei sistemi informatici implementati dai vari enti e attori della catena logistica, i tempi di attesa per il carico/scarico delle merci e per i consueti controlli che risultano non competitivi rispetto ad altri paesi europei;
  • l’innovazione digitale dei sistemi aeroportuali (miglioramento del sequenziamento degli aerei, sia nello spazio aereo in rotta che nell’avvicinamento agli aeroporti, con conseguente ottimizzazione e riduzione del consumo di carburante, digitalizzazione dell’informazione aeronautica, implementazione di piattaforme e servizi di aerei senza pilota, condivisione sicura delle informazioni, collegando i vari siti operativi dei sistemi di assistenza al volo, garantendo il rispetto dei requisiti di cybersecurity e mettendo in comunicazione l’Air Navigation Service Provider (ANSP) con le altre parti interessate).

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